(Teleborsa) – Nel mese di marzo 2020 il commercio mondiale ha registrato una variazione negativa su base mensile pari al -1,4 % rispetto al mese precedente (-4,3% a/a). Negli ultimi 12 mesi il tasso di crescita medio è stato pari al -1,2%, in forte decelerazione rispetto al +3,4% registrato nel 2018. La produzione industriale, sempre a marzo 2020, ha riportato una variazione negativa pari al -0,2% (-4,6% a/a). Negli ultimi 12 mesi, il tasso di crescita medio è stato pari al -0,7%. A maggio 2020, l’indicatore Pmi è salito a 36,3 da 26,2. Il sotto-indice riferito al settore manufatturiero è passato da 39,6 a 42,4; quello riferito al settore dei servizi è salito da 23,7 a 35,2. Il mercato azionario mondiale a maggio ha, invece, riportato una variazione positiva pari al +5,4% su base mensile (-2,6% a/a). Negli ultimi 12 mesi questo mercato ha registrato, mediamente, una variazione pari al +4,4% (vs. +4,7% di aprile), in forte diminuzione rispetto al +8,8% di fine 2018 (+16,1% nel 2017). Queste le pesanti ripercussioni dalla pandemia Covid-19 sull’attività economica internazionale rilevate dal Rapporto mensile Abi su “Economia e Mercati Finanziari-Creditizi” di giugno 2020.
Sul fronte nazionale l’Italia ha registrato un crollo del PIL nel primo trimestre 2020. Nel quarto trimestre del 2019 il PIL è sceso del -21,2% in termini trimestrali annualizzati (-1% nel trimestre precedente) risentendo pesantemente degli effetti del lockdown. Si tratta – evidenzia il Rapporto – del calo più forte dal 1995 a oggi. La domanda nazionale al netto delle scorte ha fornito un ampio contributo negativo pari a -5,5 p.p. (consumi privati -4p.p.- e investimenti fissi -1,5p.p.) mentre il contributo della domanda estera netta è risultato pari a -0,8 punti percentuali. Ad aprile 2020 l’indice destagionalizzato della produzione industriale è sceso del -42,5% in termini tendenziali (-29,4% nel mese precedente). Gli indici corretti per gli effetti di calendario registrano le seguenti variazioni tendenziali: i beni energetici -13,8%; i beni di consumo -37,6%; i beni intermedi -46,1% e i beni strumentali -51,5%. I nuovi ordinativi manifatturieri, a marzo 2020, fanno registrare un -26,6% in termini tendenziali (nel mese precedente -2,5%). Le vendite al dettaglio ad aprile scendono a livello tendenziale del -30,8% e in termini congiunturali del -11,7%. Il tasso di disoccupazione, ad aprile 2020, è sceso rispetto al mese precedente (6,3% da 8%; 10,2% dodici mesi prima). La disoccupazione giovanile (15-24 anni), nello stesso mese, è scesa al 20,3% (30,4% un anno prima). L’indice armonizzato dei prezzi al consumo, ad aprile 2020, già su livelli molto bassi scende ulteriormente al +0,1% (+0,2% nel mese precedente); mentre l’inflazione “core” (al netto degli alimentari non lavorati e dei beni energetici) risulta più elevata e in lieve aumento al +0,9%.
In tale scenario a maggio 2020 i prestiti bancari a famiglie e imprese sono aumentati dell’1,5% rispetto a un anno fa. Tale evidenza – si legge nel Rapporto – emerge dalle stime basate sui dati pubblicati dalla Banca d’Italia, relativi ai finanziamenti a famiglie e imprese, calcolati includendo i prestiti cartolarizzati e al netto delle variazioni delle consistenze non connesse con transazioni (ad esempio variazioni dovute a fluttuazioni del cambio, ad aggiustamenti di valore o a riclassificazioni). Nel mese di maggio l’Abi rileva un’ulteriore riduzione dei tassi di interesse sulle nuove operazioni di finanziamento. Nel dettaglio, il tasso medio sul totale dei prestiti è il 2,40% (2,43% il mese precedente e 6,18% prima della crisi, a fine 2007); il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è l’1,07% (1,10% il mese precedente; 5,48% a fine 2007); e il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni è l’1,33% (1,41% ad aprile 2020, 5,72% a fine 2007).
Per quanto riguarda la qualità del credito le sofferenze nette (cioè al netto delle svalutazioni e accantonamenti già effettuati dalle banche con proprie risorse) ad aprile 2020 sono 26,2 miliardi di euro, in calo rispetto ai 32,6 miliardi di aprile 2019 (-6,4 miliardi pari a -19,5%) e ai 50,9 miliardi di aprile 2018 (-24,7 miliardi pari a -48,5%). Rispetto al livello massimo delle sofferenze nette, raggiunto a novembre 2015 (88,8 miliardi), la riduzione è di oltre 62 miliardi (pari a -70,5%). Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali è dell’1,51% ad aprile 2020 (era 1,87% ad aprile 2019, 2,96% ad aprile 2018 e 4,89% a novembre 2015).
In Italia i depositi (in conto corrente, certificati di deposito, pronti contro termine) sono aumentati, a maggio 2020, di oltre 115 miliardi di euro rispetto ad un anno prima (variazione pari a +7,6% su base annuale), mentre la raccolta a medio e lungo termine, cioè tramite obbligazioni, è scesa, negli ultimi 12 mesi, di circa 10 miliardi di euro in valore assoluto (pari a -4,2%). La dinamica della raccolta complessiva (depositi da clientela residente e obbligazioni) risulta in crescita del +6,0% a maggio 2020. A maggio 2020 il tasso di interesse medio sul totale della raccolta bancaria da clientela (somma di depositi, obbligazioni e pronti contro termine in euro a famiglie e società non finanziarie) è in Italia lo 0,55%, (0,56% nel mese precedente) ad effetto: del tasso praticato sui depositi (conti correnti, depositi a risparmio e certificati di deposito), 0,36% (0,36% anche nel mese precedente); del tasso sui PCT, che si colloca a 0,57% (1,25% il mese precedente); del rendimento delle obbligazioni in essere, 2,02% (2,13% ad aprile 2020).
Dal punto di vista del margine fra tasso sui prestiti e tasso sulla raccolta l’Abi evidenzia che a maggio 2020 il tasso di interesse medio sul totale della raccolta bancaria da clientela (somma di depositi, obbligazioni e pronti contro termine in euro a famiglie e società non finanziarie) è in Italia lo 0,55%, (0,56% nel mese precedente) ad effetto: del tasso praticato sui depositi (conti correnti, depositi a risparmio e certificati di deposito), 0,36% (0,36% anche nel mese precedente); e del rendimento delle obbligazioni in essere, 2,02% (2,13% ad aprile 2020). Il margine (spread) fra il tasso medio sui prestiti e quello medio sulla raccolta a famiglie e società non finanziarie – rileva il Rapporto – permane in Italia “su livelli particolarmente infimi”. A maggio 2020 risulta, infatti, di 185 punti base (187 punti base nel mese precedente), in marcato calo dagli oltre 300 punti base di prima della crisi finanziaria (335 punti base a fine 2007).