(Teleborsa) – “Senza precedenti le misure adottate in così pochi giorni dalla Consob in seguito alla crisi anch’essa senza precedenti dovuta alla pandemia da Covid-19, che determinerà quest’anno un calo del PIL mondiale mai registrato in tutte le crisi del passato e che ha impattato fortemente sui mercati finanziari”.
E’ quanto emerge dalla Relazione della Commissione per l’anno 2019 sottolineando che “il 12 marzo scorso, ossia durante la prima settimana di lockdown in Italia, il Ftse Mib registrava una flessione da inizio anno pari al 36,6%. Soltanto in quel giorno, Piazza Affari perse circa il 17%. Per garantire trasparenza, stabilità e corretto svolgimento delle attività sui mercati finanziari, la Commissione ha adottato una serie di provvedimenti – alcuni dei quali su impulso dell’ESMA (The European Securities and Markets Authorityed, ndr) altri in autonomia.
Tra gli interventi più significativi, quelli su “short selling” e “posizioni nette corte”, atti a fronteggiare l’estrema volatilità. Misure che hanno registrato una “positive opinion” da parte dell’ESMA. La Commissione ha inoltre deciso alcune proroghe e sospensioni di termini.
La relazione segnala inoltre che per effetto di nuove norme, nel 2019 sono risultati in decisa diminuzione sia il numero sia il controvalore complessivo delle sanzioni irrogate dalla Consob. I procedimenti sanzionatori portati a compimento si sono ridotti a 47 (da 172 nel 2018) e il numero dei soggetti sanzionati e’ sceso a 88 dai 418 dell’anno precedente, mentre il controvalore complessivo delle sanzioni si è più che dimezzato dai 22,2 milioni di euro del 2018 a 10,4 milioni di euro (di cui 4,3 milioni ad abusi di mercato, 4,5 milioni per illeciti relativi a offerte al pubblico e informativa societaria e 1,6 milioni nell’ambito di prestazioni di servizi di investimento).
Spazio a un dato incoraggiante: ai nuovi massimi la presenza femminile nei board delle società quotate. Si legge: “Gli emittenti che hanno compiuto il secondo e il terzo rinnovo dell’organo amministrativo dopo l’entrata in vigore della legge 120/2011 hanno raggiunto al mese di giugno 2019 una presenza femminile media nei board pari al 36% e nel 100% delle società è presente almeno una donna nell’organo di amministrazione. Rimane però marginale il ruolo di amministratore delegato: le donne sono Ad in 15 società che rappresentano appena il 2,5% del mercato per capitalizzazione”.
Il report rileva inoltre che sono 33, a fine 2018, le società quotate alla Borsa di Milano che collegano la componente variabile (di breve e/o lungo termine) delle remunerazioni degli amministratori delegati a parametri ESG, ovvero a un approccio sostenibile agli investimenti, che tenga in considerazione aspetti di natura ambientale, sociale e di governance. Queste società appartengono in prevalenza all’indice Ftse Mib (22 casi, pari al 65% dell’indice).
Infine, tra le società quotate prende piede il voto maggiorato. A maggio 2020, l’istituto del voto maggiorato risulta previsto statutariamente da 53 emittenti. L’istituto, a seguito di un periodo di maturazione di 24 mesi, è operativo per 34 emittenti, in cui almeno un azionista ha ottenuto la maggiorazione.