(Teleborsa) – Nubi nere sul futuro dell’ex Ilva di Taranto, dopo che il gigante siderurgico indoeuropeo ArcelorMittal ha alzato il velo sul nuovo piano industriale che prevede 3.300 esuberi già nel 2020 e il rinvio del rifacimento dell’Altoforno 5, bocciato senza appello dai Sindacati che giudicano “inaccettabile” l’atteggiamento del Governo che “continua a trattare con Arcelor-Mittal, una controparte che ha dato dimostrazione di essere un soggetto inaffidabile, che non rispetta gli impegni sottoscritti continuando a rinviare gli investimenti sulle innovazioni tecnologiche e non garantendo la manutenzione degli impianti”. Questa la posizione espressa dai sindacati del metalmeccanici nel verbale del Consiglio di fabbrica che si è tenuto questa mattina per costruire un percorso di mobilitazione in opposizione al Piano industriale.
Pronte una serie di iniziative organizzate da Fim, Fiom e Uilm. Si comincia domani con lo sciopero di 24 ore e si prosegue mercoledi’ 10 giugno, dopo il Tavolo al Ministero dello Sviluppo economico, quando si terrà un nuovo consiglio di fabbrica “per assumere iniziative di mobilitazione affinchè sia chiaro “che il sindacato non resterà a guardare”.
Setti i punti programmatici. Primo, nessun licenziamento: l’accordo del 6 settembre 2018 prevede zero esuberi e la tutela dei lavoratori di Ilva in amministrazione straordinaria attraverso la clausola di salvaguardia occupazionale. “Non intendiamo – spiegano i sindacati- mettere in discussione quanto sottoscritto in sede ministeriale”. Secondo punto, l’integrazione salariale e la rotazione equa “con la ripartenza delle manutenzioni e degli impianti attualmente fermi”.
Terzo punto, l’appalto con la ripresa delle attività previste dal piano ambientale e gli interventi manutentivi necessari a ricollocare gli stessi lavoratori del mondo dell’appalto. Innovazione tecnologica e completamento del piano ambientale che “non possono subire ulteriori slittamenti”; introduzione della valutazione d’impatto sanitario preventivo. E ancora, provvedimento speciale per Taranto con l’introduzione di “misure specifiche per la tutela dei lavoratori con strumenti idonei affinchè nessuno rimanga indietro”. Settimo e ultimo punto, maggiore coinvolgimento delle istituzioni locali e delle parti sociali sul fronte degli investimenti.