(Teleborsa) – “La proposta riveduta di ristrutturazione del debito delle autorità argentine può essere coerente, con alta probabilità, con il ristabilimento della sostenibilità del debito”. È la posizione espressa oggi dal Fondo monetario internazionale (Fmi) e alla vigilia della scadenza dei termini della proposta del governo ai creditori che, secondo gli analisti, sarà prorogata per di altri dieci giorni per far avanzare il negoziato in corso.
Secondo l’analisi effettuata dall’Organizzazione “esiste solo un margine limitato per incrementare pagamenti ai creditori privati e rispettare i limiti di debito e il servizio del debito stimati dal Fmi”. La presa di posizione del Fondo riguarda la proposta rivista del governo argentino presentata ai suoi creditori il 26 maggio scorso, sulla base della Nota tecnica sulla sostenibilità del debito argentino resa nota dal Fondo il 20 marzo scorso. A tale proposito il Fmi ha avvertito oggi che “i presupposti macroeconomici contenuti nella Nota tecnica di marzo continuano ad essere soggetti a incertezze eccezionali, particolarmente per quanto riguarda l’impatto della pandemia da Covid-19, che implica rischi considerevoli al ribasso per le prospettive economiche, la posizione fiscale e, potenzialmente, per la capacità dell’Argentina di affrontare il suo debito”.
L’offerta originaria argentina, presentata a fine aprile, prevedeva la sostituzione di titoli del debito in valuta straniera di circa 67 miliardi di dollari con altri, un periodo di grazia di tre anni e tagli del 62% degli interessi e del 5,4% del capitale. In seguito al rifiuto da parte dei grandi fondi di investimento di questa offerta vi è stata l’apertura di un difficile negoziato con un nuovo piano da parte del ministro dell’Economia Martin Guzman e una controfferta dei creditori che, da quanto si apprende, hanno ridotto le differenze fra offerta e domanda. In tale scenario secondo gli analisti, lo sforzo delle parti nell’ultima parte della trattativa potrebbe portare ad un accordo di un valore netto dei nuovi titoli intorno a 50 dollari, sui 100 dollari di valore nominale dei vecchi.
Solo pochi giorni fa Guzmán ha affermato che per un accordo con i creditori “c’è ancora cammino da fare” sottolineando che il Governo “non intende ipotecare il futuro dell’Argentina”. Guzmán ha ribadito che il suo obiettivo è “un accordo che il governo possa sostenere e non fare promesse che si basino su illusioni, con un ottimismo infondato”.
Lo scorso 22 maggio l’Argentina è entrata in default per non aver pagato 500 milioni di dollari di interessi, i mercati però non ne hanno risentito perché le parti stavano trattando. Il termine di accettazione dell’offerta governativa scade domani, 2 giugno. Ma, ha chiarito Guzmán, “non si tratta di una data limite perché tecnicamente si potrà negoziare per altri dieci giorni”.