(Teleborsa) – Misure eccezionali per una situazione eccezionale, ma con il freno dell’alto debito, il rischio che Cassa Depositi e Prestiti diventi una nuova Iri e con una ridondanza di micro norme “dai dubbi effetti espansivi”.
Sono le perplessità espresse da Carlo Cottarelli, direttore dell’Osservatorio sui conti pubblici, in audizione davanti alla commissione Bilancio del Senato sul Dl Rilancio, testo di “110mila parole” con norme la cui attuazione “richiederà un’ottantina di decreti” e che rischiano di essere frenate da “procedure complesse”.
Secondo Cottarelli, “l’eccezionalità della crisi giustifica misure eccezionali” e “politiche espansive anche in un Paese come il nostro sono assolutamente necessarie”, anzi ci sarebbero “maggiori rischi in mancanza di un intervento”, ma “se avessimo avuto un debito più basso avremmo affrontato meglio” l’emergenza Covid-19.
A preoccupare è in particolare le troppe “misure micro e ad hoc, che poco hanno a che fare con la crisi attuale e hanno dubbi effetti espansivi”.
Inoltre, insiste Cottarelli, alcune misure di sostegno al reddito “sono eccessivamente temporanee, come la Cig Covid, il bonus per gli autonomi, il reddito di emergenza: a meno di una uscita rapida dalla crisi sarà quasi certamente necessario intervenire con ulteriori misure di sostegno al reddito”, sottolinea l’ex commissario alla spending review.
Pertanto, è necessario un “grande piano di investimenti pubblici” con “un’accelerazione già quest’anno”, ma facendo particolare attenzione al ruolo del Cpd e a non rendere permanente “l’ingresso temporaneo dello Stato nella proprietà delle imprese momentaneamente in crisi”.
Cottarelli definisce “strano” la decisione di rendere “un intervento temporaneo” sulla creazione del “famoso patrimonio destinato presso la Cdp” lungo “ben 12 anni”. “Ancora più strano – continua l’economista – che la durata possa essere estesa con semplice delibera del consiglio di amministrazione della Cdp su richiesta del ministero dell’economia e quindi senza alcun coinvolgimento del parlamento”.
Tutto ciò renderebbe la “capacità di intervento” di Cdp “come ordine di grandezza” di “dimensioni comparabili a quelle raggiunte in passato dai vari enti che gestivano le partecipazioni statali”.
Infine, forti perplessità sono state espresse “sulle norme sul trasporto aereo. Gli aiuti dovrebbero andare a tutto il settore non solo a una compagnia. Peraltro si stanzia una cifra cospicua in assenza di un piano industriale coerente” per Alitalia”, ha concluso.