(Teleborsa) – L’eccezionale crisi del mercato del lavoro USA, dovuta alla pandemia Covid-19 e al conseguente lockdown, è tale che il 40% di coloro che hanno perso il posto guadagna più da disoccupato che con il precedente lavoro.
È quanto emerge da un’analisi firmata da Agnieszka Gehringer, Senior Research Analyst del Flossbach von Storch Research Institute che sottolinea come ciò potrebbe disincentivare la ricerca di lavoro, portando a una disoccupazione strutturale più elevata.
Ad oggi, l’emergenza coronavirus è costata agli Stati Uniti in due mesi circa 21,4 milioni di posti di lavoro, andando quasi a cancellare i 22,4 milioni di posti di lavoro creati dopo la crisi 2008/09, quando andarono distrutti 8,7 milioni di posti di lavoro in 25 mesi.
Diversa è anche la composizione della disoccupazione che oggi ha riguardato per l’84% il settore dei servizi, dato che ha portato il tasso complessivo dal 3,5% di febbraio al 14,7% di aprile.
“Il rischio maggiore derivante dallo shock del mercato del lavoro non è tanto l’aumento della disoccupazione in sé, quanto la possibilità che si abbiano conseguenze permanenti sotto forma di aumento della disoccupazione strutturale“, si legge nel rapporto di Gehringer.
A cambiare è infatti la fisionomia stessa del mercato del lavoro statunitense. Di fronte all’attuale situazione, “le misure da 2.200 miliardi di dollari introdotte dal Governo americano con il CARES Act, a marzo, hanno portato le indennità di disoccupazione a un livello mai visto” da quanto sono state create negli Anni Trenta.
Il sussidio odierno, di 600 dollari extra a settimana, è di gran lunga maggiore rispetto ai 25 dollari del 2008/2009 e dovrebbe terminare il 31 luglio, ma la crisi sanitaria potrebbe non essere ancora superata entro tale data. A ciò si aggiunge la campagna elettorale in vista delle elezioni presidenziali di novembre ed è difficile che la politica firmi un provvedimento così impopolare.
“Se le generose indennità di disoccupazione dovessero essere confermate, i disoccupati non avrebbero alcun incentivo a cercare impiego”, avverte Gehringer.
“Quanto più a lungo durano le misure eccezionali del mercato del lavoro e le regole di lockdown, tanto maggiore è il rischio di conseguenze negative a lungo termine sia per il mercato del lavoro sia per l’economia in generale”, conclude Gehringer che chiede alla politica di “soppesare i benefici politici a breve termine rispetto ai costi economici a lungo termine”.
(Foto: by Rabih Shasha on Unsplash)