(Teleborsa) – Mentre si allenta il lockdown si riaccende il braccio di ferro tra Stati Uniti e Cina. Modificando le regole sulle esportazioni di prodotti hi-tech, l’amministrazione Trump ha annunciato una serie di misure per frenare la capacità del gruppo cinese Huawei di sviluppare semiconduttori all’estero con tecnologia americana. Una decisione che – come ha affermato il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti in un comunicato – è diretta a “bloccare gli sforzi di Huawei per aggirare i controlli sulle esportazioni” su componenti che rappresentano “il prodotto diretto di particolari software e tecnologie Usa”.
A partire dal 2019 il Bureau of Industry and Security – spiega il Dipartimento – ha aggiunto Huawei Technologies e 114 delle sue filiali estere collegate all’elenco delle società che devono ottenere una licenza per l’acquisto di prodotti statunitensi. “Tuttavia, Huawei – si legge nella nota – ha continuato a utilizzare il software e la tecnologia degli Stati Uniti per progettare semiconduttori, minando gli obiettivi di sicurezza nazionale e politica estera commissionando la loro produzione in fabbriche estere utilizzando apparecchiature statunitensi”.
“Nonostante le azioni intraprese dal Dipartimento l’anno scorso, Huawei e le sue affiliate estere hanno intensificato gli sforzi per minare queste restrizioni sulla sicurezza nazionale – afferma il segretario al commercio Wilbur Ross –. Non è così che si comporta una azienda globale responsabile. Dobbiamo modificare le nostre regole sfruttate da Huawei e HiSilicon e impedire alle tecnologie statunitensi di essere utilizzate per attività contrarie alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti e ai suoi interessi di politica estera”. Al fine di evitare impatti economici negativi immediati sulle fabbriche straniere che hanno avviato la produzione di “articoli basati sulle specifiche di progettazione Huawei” il Dipartimento ha comunicato che “vengono dati 120 giorni di tempo per consegnare tali forniture al gruppo cinese”.
Se le autorità americane stanno facendo tutto il possibile per limitare la presenza negli Stati Uniti del gigante cinese delle telecomunicazioni, accusato di collaborare con le autorità cinesi e quindi di presentare un forte rischio di spionaggio – la Cina ha già pronte “energiche contromisure per proteggere i propri interessi”. In rappresaglia alla decisione degli Stati Uniti di bloccare la vendita di semi-conduttori Usa al gruppo delle telecomunicazioni di Shenzhen, Huawei, la Cina – secondo quanto scrive il tabloid di Pechino Global Times, pubblicato dal Quotidiano del Popolo, organo di stampa del Partito Comunista Cinese, che cita una fonte vicina al governo – sarebbe pronta ad aggiungere nell’elenco delle aziende straniere ritenute inaffidabili, o che recano danno alle aziende cinesi, giganti della tecnologia statunitense come Apple, Qualcomm e Cisco.
Tra le contromisure a cui la Cina starebbe pensando ci sono il lancio di indagini e l’imposizione di restrizioni nei confronti di questi gruppi e anche la sospensione degli acquisti di aeroplani Boeing effettuati da gruppi cinesi.