(Teleborsa) – “Colpito, ma non affondato”: il comparto immobiliare europeo tiene testa al coronavirus che ha fatto il suo ingresso ufficiale lo scorso febbraio, attaccando l’Italia per prima. Questo il quadro tratteggiato da Scenari Immobiliari che ha presentato il primo Outlook europeo 2020, sottolineando che “le previsioni per il prossimo anno sono di un deciso rimbalzo in quasi tutti i comparti”.
Le stime elaborate indicano per quest’anno un calo del fatturato del 18,1 per cento, sotto i mille miliardi di euro, per il complesso dei 28 paesi europei.
Guardando in casa nostra, “il fatturato del mercato immobiliare italiano – commenta Mario Breglia, Presidente di Scenari Immobiliari – potrebbe subire un calo del 18,3 per cento, per sfiorare i 106 miliardi di euro nel 2020. Sono soprattutto i volumi scambiati a ridursi, per effetto di un blocco totale di tre mesi e una lenta fase di risalita per un periodo analogo. Le quotazioni medie sono in lieve calo, ma con settori in crescita come la logistica. Per il 2021 si attende in tutta Europa un netto rimbalzo dei mercati”.
Più nel dettaglio, negli ultimi anni il mercato immobiliare italiano aveva iniziato una lenta risalita dalla crisi del 2010. I tassi di crescita erano dimezzati rispetto a quanto accadeva negli altri Paesi europei, ma comunque positivi. Il 2019 si è chiuso con un fatturato di circa 130 miliardi di euro, con un incremento del 3,9 per cento sull’anno precedente che era stato più dinamico. Per il secondo anno consecutivo tutti i comparti avevano il segno positivo, con alcune performance particolari come nel settore alberghiero e negli investimenti internazionali.
Il “grande malato” del mercato italiano continua ad essere il residenziale (che ne rappresenta quasi il 75 per cento) con una domanda in crescita ma una offerta di bassa qualità che spiegano anche le quotazioni ancorate allo zero. Solo in poche aree (come Milano) il trend è positivo sia nelle compravendite che nei prezzi. Gli altri settori sono in miglioramento.
QUALI SCENARI? – Come detto, la situazione creata dal Covid-19 ha bloccato tutti i settori e le previsioni per la fine dell’anno indicano un calo del fatturato del diciotto%. La stima si basa sui mesi di fermo e una fase di ripartenza che sarà lenta. E’ difficile ipotizzare che negli ultimi quattro mesi dell’anno si possano recuperare i volumi perduti. Più probabile un rimbalzo, più o meno intenso, nel corso del 2021. Ma le variabili che condizionano l’andamento del mercato sono molteplici, dall’occupazione al peso dell’intervento pubblico alla propensione di investimento di famiglie e imprese. Per alcuni comparti come alberghiero e locazione breve si tratta di un “anno perduto”, mentre la logistica ne avrà un ulteriore impulso se collegata all’ e-commerce.
IL “CASO” MILANO E LE STRADE DEL LUSSO – Storia a sè per il capoluogo lombardo che rappresenta una delle città più importanti dove le aziende del lusso desiderano affittare uno spazio per il loro marchio e i loro prodotti. Via Montenapoleone, nel centro storico della città, ha registrato nel 2019 un aumento degli affitti dell’11 per cento. La media per tutta l’area del cosiddetto “quadrilatero d’oro” milanese indica un canone di quasi quattordicimila euro al metro quadrato, posizionandola al quinto posto nel mondo.
Le due principali “high streets” europee, dal punto di vista dei canoni di locazione, rimangono Old Bond Street a Londra e l’Avenue des Champs-Elyse’es, entrambe con canoni che superano i ventimila euro al metro quadrato annuo.
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