(Teleborsa) – L’emergenza Covid-19 e le misure di lockdown mettono a rischio oltre 650mila addetti nelle micro e piccole imprese della manifattura, delle costruzioni e dei servizi non commerciali. L’allarme è arrivato da Confartigianato intervenuta oggi (12 maggio, ndr) in Commissione Lavoro del Senato ad un’audizione sulle ricadute occupazionali dell’epidemia.
I rappresentanti della Confederazione hanno sollecitato misure urgenti per arginare le conseguenze della crisi sulle Pmi e costruire le condizioni per la ripresa. Sul fronte degli ammortizzatori sociali, hanno segnalato la rapidità con cui il Fondo di solidarietà bilaterale dell’artigianato ha erogato fin dall’8 aprile le prestazioni di sostegno al reddito per i dipendenti dell’artigianato sospesi dal lavoro: 314 milioni di risorse impegnate a marzo, mentre al 30 aprile erano pervenute al Fondo 184.884 domande di assegno ordinario riguardanti 692.797 lavoratori. Ma le richieste sono in aumento e Confartigianato chiede che nel Decreto Rilancio sia previsto un consistente incremento delle risorse di almeno 1 miliardo di euro, rispetto a quelle previste nel Decreto Cura Italia, per consentire al Fondo di soddisfare le domande pervenute.
Confartigianato ha sollecitato anche la massima semplificazione di ogni nuova misura in materia di lavoro e l’eliminazione dei vincoli e delle limitazioni agli strumenti di buona flessibilità mentre, per quanto riguarda il reddito di emergenza, la Confederazione ritiene necessario utilizzarlo come iniziativa utile ad uscire dal lavoro nero. Infine, Confartigianato ha sottolineato che misure del Protocollo aggiornato il 24 aprile 2020 sono già adeguate e sufficienti a garantire la ripresa delle aziende in condizioni di assoluta sicurezza e vanno quindi evitate ulteriori misure – eccetto quelle di chiarimento operativo – che rischiano di essere inapplicabili o del tutto inefficaci per prevenire il contagio sui luoghi di lavoro.