(Teleborsa) – E’ di nuovo rischio default per l’Argentina, sarebbe il terzo consecutivo di questo millennio ed il nono consecutivo per il paese sudamericano in perenne crisi economica. Fra una decina di giorni, esattamente il 22 maggio 2020, verrà a scadere il periodo di “tolleranza” di 30 giorni concesso a Buenos Aires per ripagare i creditori dei bond emessi sotto la legislazione internazionale (New York) per un valore di circa 500 milioni di dollari. Un pagamento che il governo argentino non potrà onorare e che espone il paese sudamericano ad un nuovo default.
Ecco perché il Governo di Alberto Fernandez ha proposto un imponente piano di ristrutturazione del debito pubblico denominato in valore estere per un valore di 67 miliardi di dollari (su un debito complessivo di 323 miliardi pari all’88% del PIL), avanzando una proposta ai creditori, che a tutt’oggi non è stata ancora accettata. L’ultimatum lanciato da “Casa Rosada” è scaduto lo scorso venerdì scorso 8 maggio 2020 e, fra una proroga e l’altra, il termine ultimo per accettare l’offerta del tipo “prendere o lasciare” scadrà questa sera 11 maggio 2020.
Ma di cosa si dibatte? Qual è la proposta giudicata inaccettabile dai detentori di bond argentini? Il piano proposto dal Ministro delle Finanze Martin Guzman è lacrime e sangue per i creditori internazionali e prevede una moratoria di 3 anni per la sospensione del pagamento degli interessi ed un taglio della cedola al 2,33%, circa un terzo del rendimento medio ponderato del 7% garantito attualmente sul debito argentino (da considerare poi che il bond a 100 anni emesso sotto la legislazione internazionale garantisce un rendimento addirittura del 7,125%). Il taglio della cedola, in termini di minori interessi pagati, si tradurrebbe in un risparmio di 37,9 miliardi, cui si aggiunge un taglio del 5,4% del capitale (haircut), che vale altri 3,6 miliardi di dollari. Un sacrificio per gli investitori in bond argentini fino al 70% circa del valore nominale degli stessi, che chiaramente è stato definito “inaccettabile”.
E d’alto canto il Ministro Guzman ha ribadito che il debito argentino è “infinanziabile, inaccessibile e insostenibile”, giungendo alla stessa conclusione dell’ultima missione condotta nel febbraio scorso dal FMI, che è esposto per 44 miliardi di dollari e deciso a minimizzare la sua perdita nei confronti del paese sudamericano, anche a costo di dolorose “rinunce” da parte dei creditori internazionali.
Frattanto, la situazione di allerta sui bond argentini ha spinto Borsa Italiana a disporre la sospensione degli strumenti sul mercato EuroTLX: dai bond in scadenza fra il 2021 ed il 2022 al “centenario” in scadenza nel 2117.