(Teleborsa) – Silvia Romano è tornata in Italia. La cooperante italiana che operava in Kenya, nelle vicinanze di Malindi, per la onlus machigiana “Africa Milele”, rapita da uomini armati un anno e mezzo fa, è arrivata pochi minuti dopo le 14 all’aeroporto romano di Ciampino a bordo di un’aereo militare partito da Mogadiscio alcune ore dopo la sua liberazione in Somalia dove era passata in custodia da un gruppo islamico somalo che l’aveva “comprata” dai sequestratori. Ad attenderla a Ciampino la madre, il padre e la sorella insieme al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al Ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Silvia Romano, col capo coperto, indossava una veste islamica.
Ora, dopo esser stata sottoposta a un veloce controllo del sangue anti Covid-19 già a bordo del Falcon 900 del 31 esimo Stormo dell’Aeronautica Militare con cui è stata riportata in Italia, Silvia Romano è interrogata dai Carabinieri del Ros e dal Pubblico Ministero Sergio Colaiocco per “raccontare” i particolari della lunga prigionia. Dovrà confermare o meno la sua presunta conversione all’Islam come avrebbe raccontato subito dopo la liberazione e i dettagli su quante e dove si trovassero i luoghi dove era custodita. Niente, a quanto si è appreso, le viene chiesto sul possibile riscatto pagato per la sua libertà che, secondo indiscrezioni, dovrebbe trattarsi di una cifra compresa tra i 2 e i 4 milioni di euro.
Sembrerebbe inequivocabilmente accertato che si ia trattato di un sequestro a scopo di finanziamento del terrorismo e non sarebbe prevista in questo momento alcuna indagine in proposito. Nella serata di oggi domenica 10 maggio, Silvia Romano con l’aereo militare utilizzato per conto dell’Aise (Agenzia Informazioni e Sicurezza, il servizio segreto per l’estero) messo a disposizione dalla Presidenza del Consiglio, raggiungerà la sua abitazione del quartiere Crosetto di Milano, periferia est della città, dove è attesa dagli altri familiari e da tutti gli abitanti da subito impegnati nei festeggiamenti.
L’annuncio, improvviso, della liberazione lo aveva dato ieri sabato 9 maggio il Premier Giuseppe Conte su Twitter. La volontaria, che ha 25 anni, che collaborava appunto con la onlus machigiana “Africa Milele”, era stata sequestrata il 20 novembre 2018 da un commando mentre si trovava nel villaggio di Chakama, a circa 80 chilometri a ovest di Malindi, in Kenya. Silvia Romano era impegnata in un progetto di sostegno all’infanzia con i bambini di un orfanotrofio.
La sua liberazione, secondo fonti governative, è avvenuta grazie a “un lungo e complesso lavoro sul campo”. La ragazza non appena liberata era apparsa provata ma in buone condizioni. “Sono stata forte e ho resistito. Sto bene e non vedo l’ora di ritornare in Italia”, aveva detto poco dopo l’annuncio del Premier Giuseppe Conte che su Twitter ha poi anche scritto: “Ringrazio le donne e gli uomini dei servizi di intelligence esterna. Silvia, ti aspettiamo in Italia”.
L’operazione dell’Aise, diretta dal generale Luciano Carta, è stata condotta in collaborazione con i servizi turchi e somali. L’intervento per la liberazione è scattato la scorsa notte in Somalia, a 30 chilometri da Mogadiscio in una zona in condizioni estreme per le alluvioni degli ultimi giorni. La volontaria italiana era stata subito condotta in sicurezza nel compound delle forze internazionali e poi nella sede dell’Ambasciata italiana di Mogadiscio dove ha trascorso la notte