(Teleborsa) – Sembra, ormai, a un punto di svolta la trattativa sulle regolarizzazioni di braccianti e stagionali. Dopo un lungo confronto tra i ministri Teresa Bellanova, Luciana Lamorgese, Nunzia Catalfo e Giuseppe Provenzano è stato raggiunto l’accordo sull’articolato che punta all’emersione di braccianti, colf e badanti in nero, anche al fine di “garantire adeguati livelli di tutela della salute nell’emergenza Coronavirus”. Rimane, tuttavia, ancora da sciogliere il nodo della durata dei permessi di soggiorno temporanei. Il braccio di ferro tra tre o due mesi, con Catalfo che continua a chiedere il periodo più breve, è rimandato a domani.
Quella che si preannuncia come la quarta sanatoria dopo quelle del 2002, del 2009 e del 2012 prevede due canali di regolarizzazione. A far emergere il lavoratore irregolare può essere lo stesso datore di lavoro attraverso la stipula di un contratto. In questo caso allo straniero, dopo una serie di verifiche, sarà accordato un permesso di soggiorno valido per la durata del contratto, rinnovabile in caso di nuovi rapporti di lavoro. Per poter percorrere questa strada è necessario, tuttavia, che il lavoratore si trovi già sul territorio nazionale e sia stato fotosegnalato dalle forze di polizia in Italia prima dell’8 marzo scorso. Più controverso, invece, il secondo canale che riguarda l’iter dei tanti stagionali in agricoltura che hanno perso il lavoro in questa fase di crisi o a cui è scaduto il contratto. Bellanova, appoggiata da Provenzano, ha proposto di fornire, in questi casi, un permesso temporaneo per ricerca lavoro della durata di sei mesi di durata. Un’ipotesi che in seguito alla sonora bocciatura da parte di Catalfo e alla mediazione di Lamorgese si è ridotta di tre mesi. Ma Catalfo spinge perché i permessi non superino i 2 mesi. “Non è una questione di bandierine ma di civiltà – spiega Provenzano – e bisogna fare di tutto per portare il provvedimento nel dl Maggio, arrivando ad una sintesi”.
Dalla regolarizzazione il testo esclude i destinatari di provvedimenti di espulsione, i condannati e i soggetti considerati “pericolosi per la sicurezza dello Stato”. Se, nonostante le divergenze, il testo passerà, la regolarizzazione interesserà – secondo le stime – da 200mila a 600mila lavoratori. Un’operazione che, in questo momento, andrebbe a colmare la carenza di circa 200mila braccianti lamentata in agricoltura dalle associazioni di categoria.
Sul progetto di sanatoria si è scagliato, come prevedibile, il leader della Lega Matteo Salvini che, nonostante le limitazioni previste dal testo, teme che il provvedimento sia un “incentivo agli sbarchi” ma, tuttavia, per far fronte alle difficoltà del settore, apre a “una proroga dei permessi scaduti di qualche mese”.