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FMI: “Imprese statali in crescita ma non sprecare fondi”

(Teleborsa) – Le imprese statali sono diventate sempre più importanti negli ultimi dieci anni ma per essere un modello da seguire, specie per la loro offerta di servizi base, non devono sprecare risorse.

È quanto si legge nel terzo capitolo del Fiscal Monitor pubblicato dall’Fmi che si occupa delle aziende statali. In dettaglio, nello studio si sottolinea come la crescita sia stata molto importante tanto che tra le grandi aziende mondiali “con 45.000 miliardi di dollari i loro asset sono ora il 20% del totale”.

Nel blog che accompagna la pubblicazione, il direttore del dipartimento degli Affari fiscali dell’Fmi Vitor Gaspar ha specificato che le aziende statali sono responsabili di circa il 55% degli investimenti infrastrutturali nelle economie emergenti e nei Paesi in via di sviluppo, ma spesso sono causa di inefficienze; nei Paesi in via di sviluppo, oltre 2 miliardi di persone non hanno accesso all’acqua potabile e oltre 800 milioni di persone non hanno accesso alla rete elettrica.

Il particolare momento dovuto alla pandemia Covid-19 ha poi evidenziato “il ruolo del servizio pubblico nel salvar le vite“, con le imprese statali che “fanno parte di questo sforzo”. Allo stesso tempo, sottolinea l’Fmi, la pressione a cui sono sottoposti i governi e i debiti pubblici in crescita richiedono che le imprese pubbliche non sprechino risorse.

Da qui la richiesta per diversi paesi di rafforzare “il modello per usare e gestire le imprese statali”, anche perché “la posta in gioco è alta perché le imprese statali offrono servizi di base, possono aiutare a combattere crisi come la pandemia e promuovere obiettivi di sviluppo”.

Le aziende statali hanno anche “importanti effetti economici e di bilancio. E allo stesso molte di queste” incontrano difficoltà: “hanno generalmente una bassa produttività, distorcono la concorrenza e possono essere afflitte da corruzione“, afferma il Fmi.

Secondo il Fondo i governi “hanno bisogno anche di attirare investimenti privati per completare le attività delle imprese statali”, oltre a dover creare “incentivi appropriati e mettere a punto istituzioni solide per assicurare che operino in modo efficiente e che i costi di bilancio siano contenuti.

“Le imprese statali sono presenti virtualmente in ogni paese, in migliaia in Italia, Germania e Russia“, spiega il Fmi precisando come in alcune grandi economie avanzate (Italia, Francia e Norvegia) sono fra le aziende più grandi.

Le imprese statali possono avere un impatto significativo sui conti pubblici, e quelle che operano come compagnie aeree, banche, nell’industria mineraria, nelle ferrovie e nelle utility sono quelle che richiedono il sostegno più costoso.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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