(Teleborsa) – Previsti rientri limitati di contingenti di personale per concludere pratiche che abbiano carattere di urgenza e che non siano trattabili da remoto ma, per il resto, la Pubblica amministrazione rimane in smart working. È quanto prevede la nuova direttiva firmata dal ministro della Pa Fabiana Dadone per accompagnare ripartenza.
Nella Fase 2, con il mondo che riprende a girare, le amministrazioni “potranno valutare di ripensare le modalità organizzative messe in campo, basate fondamentalmente sul lavoro agile”. “Tutelare la vita e la salute è il nostro obiettivo fondamentale, ma dobbiamo difendere, sostenere e promuovere anche l’economia reale, il lavoro e i consumi. Per questo nella Fase 2 la P.a vedrà ancora il lavoro agile come modalità ordinaria dell’attività, ma per supportare le imprese e erogare i servizi necessari per la ripresa, le amministrazioni potranno organizzarsi per assicurare la rapidità e efficacia nelle procedure e nelle pratiche – spiega Dadone –. Lo Stato non si è mai fermato, non poteva farlo. Ora deve cominciare ad allungare il passo assieme al Paese. Per questo, laddove strettamente necessario, la dirigenza potrà valutare limitati e contingentati rientri di personale in presenza per garantire quei servizi che non sono trattabili o erogabili da remoto e le cui procedure vanno chiuse con più rapidità. Con la dovuta cautela, l’Italia riprende il suo cammino. Le pubbliche amministrazioni hanno il dovere di accompagnarla e supportarla”.
Le amministrazioni che non stiano già ottemperando, – evidenzia il Ministro – “dovranno organizzarsi in maniera da garantire la rapida conclusione dei procedimenti più urgenti, come peraltro previsto anche dal decreto Cura Italia. E ciò nonostante la previsione generale di sospensione dei termini. In questo sforzo ulteriore rispetto all’erogazione, mai sospesa, dei servizi indifferibili, che accompagna la ripartenza di alcune filiere e settori fondamentali dell’economia del Paese (manifattura, edilizia, commercio all’ingrosso), le amministrazioni potranno valutare di ripensare le modalità organizzative messe in campo, basate fondamentalmente sul lavoro agile”. Potrà, dunque, essere ampliato il novero delle attività indifferibili rispetto a quelle individuate in prima battuta rivedendo quelle da effettuare in presenza anche per assicurare il necessario supporto all’immediata ripresa delle attività produttive, industriali e commerciali.
Allo scopo di rendere sempre più efficiente lo smart working la direttiva invita “gli enti a rafforzare le dotazioni informatiche grazie alle recenti norme di semplificazione e ad accelerare la digitalizzazione dei procedimenti, ponendo particolare attenzione alla formazione del personale”.
In questo scenario Palazzo Vidoni considera “fondamentale il ricorso all’attività formativa come strumento di accompagnamento del proprio personale nel processo di trasformazione digitale dell’amministrazione e di diffusione della capacità di lavorare in modalità agile per il raggiungimento degli obiettivi assegnati, limitando al massimo il rischio di stress correlato alle nuove modalità di lavoro e garantendo il diritto alla disconnessione”.