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Concorso per insegnanti: a settembre 3 su 4 rimarranno precari. Anief chiede continuità didattica

(Teleborsa) – Dopo una lunga attesa, come confermano fonti del Ministero dell’Istruzione, arrivano oggi in Gazzetta ufficiale i bandi per i concorsi per la scuola che riguardano circa 62 mila posti: due ordinari, uno per il primo e uno per il secondo ciclo, più una selezione riservata ai prof di medie e superiori, con prova computer based.

Quella che è stata accolta come la notizia del giorno, in realtà nasconde problemi vecchi e ben noti specie nell’ottica di rispondere a una criticità che continua, purtroppo, a restare irrisolta, nonostante sia stata più volte portata sotto la lente d’ingrandimento come quella del precariato, per giunta aggravato oggi dalla pandemia. Questo il commento del Presidente Anief, Marcello Pacifico.

Ancora una volta, il secco no al concorso per titoli, chiesto a gran voce da sindacati e da molti partiti, anche della maggioranza anticipa uno scenario a dir poco preoccupante: a settembre un docente su quattro rimarrà precario e il “balletto” delle supplenze e delle Mad (Messa a disposizione, ndr) esploderà a dismisura.

Il giovane sindacato della scuola, ritiene, invece, che solo un concorso per titoli avrebbe garantito la copertura dei 200 mila posti vacanti destinati a supplenza annuale, tra l’altro con tempi ridotti, compatibili con l’emergenza epidemiologica che stiamo vivendo e che rende molto difficoltose le prove concorsuali in presenza, tanto da avere già costretto il Governo ad ordinarne l’inibizione per almeno due mesi. Tale procedura, tra l’altro, rispetterebbe finalmente il diritto comunitario che impone ai paesi membri l’attuazione di procedure anti-precariato proprio con l’assorbimento automatico sulle cattedre libere dei supplenti storici.

“Insistere sui concorsi ordinari e riservati – commenta il Presidente Pacifico– non può essere la risposta ad una situazione emergenziale che stiamo vivendo nella scuola e nel Paese: come si affronterà il problema a settembre, quando il record delle cattedre vacanti si riverserà nelle segreterie dei nostri 8.200 istituti scolastici?

Parola chiave deve essere sempre merito, specie in questa fase emergenziale, nel momento in cui lo Stato ha bisogno di reclutare il personale della scuola e garantire la continuità didattica – ribadisce a gran voce Pacifico – sottolineando che la qualità del lavoro non dipende “nè dal tempo, nè dalla durata del contratto ma dallo svolgimento di quel lavoro”. Quindi, una considerazione che chiama in causa il Governo invitandolo a un’attenta riflessione: “moltissimi dei posti liberi potranno essere assegnati solo con i contratti di supplenza, anche due o tre sulla stessa cattedra sottoscritti in altrettanti mesi, e facendo ricorso alle casuali Mad, le richieste di messa e disposizione che, di certo, non premiano il merito”.

Tanti ancora, conclude Pacifico, gli interrogativi che necessitano di risposte immediate e chiare.


Fonte: https://quifinanza.it/finanza/feed/

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