(Teleborsa) – A Bergamo tra il primo marzo e il 4 aprile i numeri di decessi sono stati cinque volte maggiori a quelli registrati in media nei cinque anni precedenti (729 contro 141 casi), triplicati quelli di Brescia (638 contro 212). È quanto emerge da un’indagine ISTAT sui decessi nei comuni più colpiti dall’emergenza Coronavirus e che hanno visto quest’anno aumentare in media i propri decessi più del 20% rispetto lo stesso periodo negli anni scorsi. Nel complesso, sono i Comuni del Nord Italia presi in esame quelli dove il numero di morti è cresciuto maggiormente: “in oltre la metà, i decessi per il complesso delle cause sono più che raddoppiati nel mese di marzo e nei primi quattro giorni di aprile”, segnala la fotografia scattata dall’Istat.
Il rapporto Istat si basa su un campione di 1.689 comuni. Si tratta – precisa l’Istituto di Statistica – di dati che sono “anticipatori parziali relativi a una lista di comuni che viene ampliata settimanalmente e che in alcun modo possono essere considerati un campione rappresentativo della intera popolazione italiana”, ma “un sottoinsieme meritevole di attenzione”. Quello di oggi è il terzo aggiornamento da parte dell’ISTAT da quando è iniziata la crisi sanitaria.
L’aumento dei decessi – spiega ISTAT – è “ravvisabile solo a partire dalla fine di febbraio e dalla prima settimana di marzo ed è concentrato nei comuni del nord e del centro in cui l’epidemia si è diffusa di più. In queste aree si osservano aumenti ragguardevoli non solo nei centri urbani maggiori, ma anche in realtà comunali di dimensioni demografiche più contenute”. L’Istituto segnala come incrementi ben superiori al 200% siano stati registrati anche in capoluoghi come Piacenza (283%), Pesaro (246%) o Cremona (345%). Infine, entrata nella selezione anche Bologna, che presenta un incremento del 22% – rispetto alla media dei decessi dello stesso periodo degli anni 2015-2019 – consolidatosi nella settimana tra il 28 marzo e il 4 aprile.