(Teleborsa) – Crollo del Pil intorno al 5% nel primo trimestre dell’anno, con un’ulteriore caduta nel secondo trimestre, e una ripresa anche sostenuta a seguire, con la produzione industriale che potrebbe limare le perdite più in fretta del turismo per cui la crisi potrebbe durare molto più a lungo.
Sono le stime di Banca d’Italia pubblicate nel bollettino economico sulla situazione attuale dovuta alla pandemia Covid-19. In dettaglio, via Nazionale ritiene che il Pil possa registrare una caduta attorno al 5% nel primo trimestre dell’anno a causa dell’emergenza coronavirus che ha impattato “in misura rilevante alcuni comparti dei servizi” mentre la produzione industriale avrebbe subito un ribasso del 6%, e del 15% nel solo mese di marzo.
Il settore più colpito rimane il terziario dove “le misure hanno pressoché azzerato il fatturato di gran parte del commercio al dettaglio non alimentare, di alberghi, bar e ristoranti e delle aziende del turismo” mentre si sono arrestate le attività edili.
Per Bankitalia, le misure di contenimento della pandemia porteranno a una “significativa caduta del Pil” anche nel secondo trimestre “cui farà verosimilmente seguito un recupero, che potrà anche essere sostenuto”.
Tempi e intensità della ripresa, sottolinea Palazzo Koch, dipenderanno “oltre che dalla durata e dall’estensione geografica del contagio, su cui vi è ancora molta incertezza, da diversi fattori interni e internazionali, nonché dall’efficacia delle politiche economiche”.
Stante l’attuale situazione, ogni settimana di lockdown comporta una riduzione del Pil annuale di circa lo 0,5%, dato ottenuto con un calcolo meccanico che non considera effetti indiretti: Bankitalia ricorda che “le attività commerciali e industriali non ritenute essenziali, e come tali temporaneamente sospese dal DPCM del 22 marzo, contribuiscono a circa il 28% del totale del valore“.
A livello settoriale, l’industria potrebbe “recuperare parte della produzione persa durante la vigenza delle misure di contenimento, con una conseguente attenuazione degli effetti complessivi sull’anno” mentre è “meno plausibile” un recupero per i servizi specie il turismo visto che i flussi internazionali “resteranno verosimilmente modesti per un periodo prolungato”.
Un insieme rilevante di effetti della pandemia dipenderà anche dall’andamento dell’economia globale. Secondo le stime di Bankitalia, ogni punto di riduzione del commercio mondiale avrebbe un impatto negativo sul prodotto del nostro Paese pari a circa un decimo di punto percentuale nel 2020.
Il bollettino rileva il calo dei consumi e della fiducia delle famiglie nel primo trimestre dell’anno che “hanno risentito della maggiore incertezza, della caduta della domanda di servizi e dei vincoli alla mobilità conseguenti alla diffusione dell’epidemia”, ma sottolinea come il ricorso alla cig “dovrebbe avere attenuato” nel mese di marzo l’impatto dell’emergenza Covid-19 sul numero di occupati.
Nel secondo trimestre l’occupazione potrebbe però contrarsi “in misura più marcata, risentendo del mancato rinnovo di una parte” degli oltre 400 mila contratti a termine in scadenza tra marzo e aprile” e con un rischio maggiore per i settori ricettivo-alberghiero, dei viaggi e trasporti, dei servizi ricreativi, culturali e personali e del commercio al dettaglio non alimentare.
Rispetto all’ultima crisi però, via Nazionale evidenzia la “struttura finanziaria più solida” delle imprese e “la solidità finanziaria maggiore” anche delle famiglie. “L’impatto della pandemia sui redditi può essere significativo, ma è mitigato dal basso debito, dal livello molto contenuto dei tassi di interesse e dalle misure di contrasto attuate dalle autorità”, si legge nel bollettino.
Infine, sottolinea ancora Bankitalia, le misure straordinarie della Bce attenueranno “significativamente” il costo della raccolta delle banche dopo le turbolenze dei mercati fra febbraio e marzo.