(Teleborsa) – Calo dei ricoverati in terapia intensiva in Italia che, per la prima volta dal 20 marzo 2020, scendono sotto le 3mila unità: ad oggi sono infatti 2.936, 143 in meno rispetto al giorno precedente.
Di questi, 1.032 sono in Lombardia, 42 in meno rispetto al giorno prima. Dei 106.607 malati complessivi, 26.893 sono ricoverati con sintomi, 750 in meno rispetto al giorno prima, e 76.778 sono quelli in isolamento domiciliare. Il dato è stato reso noto dalla Protezione civile nella consueta conferenza stampa.
Continua a rimanere alto, ma in leggero calo, il numero dei morti: nella giornata odierna si sono registrati 525 decessi, portando in totale a 22.170 vittime da coronavirus in Italia. Il giorno precedente l’aumento era stato di 578.
Lieve incremento invece per i malati che salgono di 1.189 casi in 24 ore contro i 1.127 del giorno precedente, portando il totale a 106.607: il totale complessivo dei contagiati in Italia – compresi morti e guariti – è di 168.941, con un incremento rispetto al giorno precedente di 3.786.
Salgono a 40.164 le persone guarite dopo aver contratto il coronavirus, 2.072 in più rispetto al giorno prima quando il numero dei guariti era stato di 962.
Numero record di tamponi effettuati in un solo giorno, come ha spiegato il capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli, in conferenza stampa: nelle ultime 24 ore ne sono stati fatti 60.999. Complessivamente sono 1.178.403 i tamponi effettuati dall’inizio dell’emergenza, circa 570mila sono stati effettuati in Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto.
“Siamo in un trend discendente, con le curve dei contagiati, dei ricoverati e dei deceduti che hanno uno sfalsamento temporale e che trovano evidenza anche nei dati giornalieri”, ha commentato il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro in conferenza stampa.
Tema importante, anche in vista della Fase 2, è quello dei test sierologici sui cui “al momento c’è uno studio di sieroprevalenza per indagare quante persone sono venute a contatto col virus e capire qual è la circolazione”, ha spiegato Brusaferro.
“Ci sono stime variabili da regione a regione ma in generale il 90% delle persone in Italia non è venuto a contatto col virus. Questo vuol dire che una larghissima parte della popolazione è ancora suscettibile. Per avere l’immunità di gregge bisognerebbe avere circa l’80% di persone venute a contatto col virus: il target è molto lontano e non c’è un golden standard”.
Sulla possibile riapertura, il presidente dell’ISS ha ricordato che è stato “raggiunto un obiettivo importante che è quello di tenere ‘R’ sotto 1″ e per questo “dobbiamo muoverci con grande cautela anche nel declinare la necessità dell’attività fisica dei bambini in modo tale che il rischio sia comunque ridotto al minimo”.
Il rischio infatti è che i più piccoli contagino gli anziani, come ha sottolineato Brusaferro ricordando che “si rischia un cortocircuito che può diventare un boomerang. Dobbiamo stare molto attenti”, ha dichiarato in merito all’ipotesi di allentare alcune misure sulla presenza dei bambini nei parchi.