(Teleborsa) – Tempi strettissimi se non quasi impossibili per la discussione degli emendamenti al Dl Cura Italia, previsto in Aula alla Camera per il voto di fiducia mercoledì.
Maggioranza e opposizione hanno infatti presentato oltre 600 emendamenti contro il tetto massimo di 150 concordato dall’ufficio di presidenza per assicurare la discussione sui testi e le istruttorie del governo.
I gruppi in commissione Bilancio si erano accordati per una suddivisione precisa degli emendamenti: 34 M5S, 24 Lega, 20 Pd, 13 Iv, 21 Fi, 14 Fdi, 11 liberi e uguali, 13 proposte tra i cinque gruppi misti.
Da diverse fonti di stampa, maggioranza e opposizione hanno disdetto gli accordi, chi presentandone addirittura il doppio della propria quota, chi molto sopra la propria quota.
Lunedì ci sarà la dichiarazione delle inammissibilità sugli emendamenti e al voto della commissione è stata, almeno sinora, destinata solo la giornata di martedì prossimo in vista dell’approdo in Aula mercoledì, con un voto di fiducia già annunciato dal governo.
I contatti tra i gruppi continueranno in queste ore in modo che ogni partito possa verificare se ci sono convergenze possibili su alcuni temi. Se così fosse comunque i saldi del decreto sono blindati come è stato chiarito dall’esecutivo e dunque si tratterebbe di modifiche ordinamentali.