(Teleborsa) – accelera il percorso di decarbonizzazione del sistema energetico e decide di abbandonare da subito l’utilizzo del carbone alla Centrale Lamarmora di Brescia. Una decisione – spiega la Società in una nota – che beneficia dello stato di avanzamento accelerato degli investimenti già effettuati per la realizzazione degli accumuli termici alle Centrali Lamarmora e Nord; dei progetti di recupero di ulteriore calore da attività industriali; e dal termoutilizzatore. Progetti in corso di realizzazione e finalizzati ad una crescente ambientalizzazione e sostenibilità dei siti produttivi. La decisione – sottolinea A2A – punta inoltre a prevenire le criticità di scenario post Covid-19, che già fanno presagire una forte incertezza negli approvvigionamenti del carbone, materia prima il cui trasporto internazionale avviene via nave e gomma.
“Questa importante decisione – afferma la Società – renderà l’anno in corso la prima stagione termica senza carbone in larghissimo anticipo rispetto alle indicazioni del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima del MISE, che ha sollecitato l’uscita dal carbone in Italia nel 2025. Già l’iniziale scadenza prevista da A2A a ottobre 2022 anticipava di un triennio le indicazioni ministeriali e l’ulteriore anticipo costituisce uno standard ambientale di assoluta eccellenza a livello europeo, rispettando una promessa che i vertici si erano assunti al momento di presentazione del piano di decarbonizzazione”.
L’addio al carbone – si legge nella nota – si inserisce nel piano di investimenti da 70 milioni di euro varato per sostituire il calore prodotto dalla Centrale Lamarmora attraverso combustibili fossili (ovvero carbone e gas) con fonti più “green” e a migliorare complessivamente le prestazioni ambientali. Il piano, avviato nel 2018, consentirà a regime di conseguire importanti benefici ambientali e il risparmio di 15mila TEP (tonnellate di petrolio equivalenti) l’anno pari al consumo di oltre 26mila autoveicoli. In questo quadro per A2A risulta fondamentale l’identificazione di altre fonti “green” che possano sostituire il calore attualmente prodotto dalla centrale, quali, ad esempio, il recupero e il riutilizzo di calore industriale (prima disperso nell’ambiente) dalle acciaierie, avviato con il progetto pilota di Ori Martin (che oggi copre il fabbisogno annuo di 2mila famiglie) e che nei prossimi mesi disporrà di ulteriori allacciamenti ed estensioni in città, anche grazie allo sviluppo assicurato dal progetto congiunto con Alfa Acciai.
La sezione cogenerativa della Centrale Lamarmora rappresenta oggi, dopo il termoutilizzatore, la seconda fonte di generazione del calore per la città e produce ogni anno tra il 25 e il 30% dell’energia distribuita dalla rete di teleriscaldamento. Gli investimenti attualmente in corso per la Centrale Lamarmora e il termoutilizzatore – spiega la nota – si aggiungono ai 140 milioni di euro stanziati tra il 2005 e il 2017 e finalizzati al continuo aggiornamento degli impianti del sistema energetico bresciano.
GLI ELEMENTI PRINCIPALI DEL PIANO – Accumuli termici per il teleriscaldamento. In quest’ottica sono stati realizzati tre nuovi serbatoi per l’accumulo dell’acqua calda per una capacità complessivi di 10mila metri cubi presso la Centrale Lamarmora e la Centrale Nord che consentiranno di accumulare il calore prodotto nelle ore fuori picco e utilizzarlo quando c’è maggior domanda, migliorando l’efficienza del processo. Il completamento – fa sapere A2A è già avvenuto alla centrale Lamarmora e lo sarà a inizio del prossimo anno, emergenza sanitaria permettendo, anche alla Centrale Nord.
Campo solare presso la Centrale Lamarmora. Un impianto fotovoltaico, da 250 KW per una superficie di 1.500 mq, sarà installato entro questa estate alla Centrale Lamarmora per alimentare le pompe del teleriscaldamento riducendo i consumi (anche in questo caso, la conferma delle tempistiche dipenderà dall’emergenza in corso).
Potenziamento DeNOx della Centrale Lamarmora. in funzione con l’anno in corso un nuovo sistema ad altissima efficienza per abbattere ulteriormente gli ossidi di azoto, già molto al di sotto dei limiti di legge;
recupero calore dai fumi del termoutilizzatore: l’apertura cantiere è prevista a metà di quest’anno, con l’attivazione della prima linea nella stagione termica 2021 e previsto completamento nella stagione termica 2022.
(Foto: © Pete Linforth / Pixabay)