(Teleborsa) – Il Consiglio di Amministrazione di ha esaminato i dati preconsuntivi del Gruppo relativi all’esercizio 2019 che mostrano “significativi scostamenti rispetto ai corrispondenti dati previsionali contenuti nel Piano Industriale”.
In particolare: i ricavi consolidati per 624,3 milioni (circa Euro 50 milioni inferiori alle previsioni del Piano Industriale); l’ebitda ricorrente per 59 milioni (circa Euro 2 milioni inferiore alle previsioni del Piano Industriale); l’Ebitda per 41 milioni (circa Euro 16 milioni inferiore alle previsioni del Piano Industriale); l’ebit negativo per Euro 38 milioni (circa Euro 47 milioni peggiore delle previsioni del Piano Industriale); il Risultato netto, prima della quota di terzi, negativo per 73 milioni (circa Euro 236 milioni peggiore delle previsioni del Piano Industriale); un indebitamento finanziario netto di Gruppo pari a 732 milioni (circa Euro 519 milioni peggiore delle previsioni del Piano Industriale).
Gli scostamenti – spiega la società – rientrano, tuttavia, nei range previsti dalle analisi di sensitività che sono state svolte da parte dell’esperto nell’ambito delle attività di attestazione richieste dall’art. 182 bis della Legge Fallimentare. Trevi ritiene, pertanto, che gli stessi “non siano tali da pregiudicare il raggiungimento degli obiettivi previsti dal Piano Industriale nell’orizzonte temporale da esso considerato (2019-2022)”.
I dati preconsuntivi 2019 – aggiunge Trevi – sono stati confrontati con i dati del Piano Industriale, che non tengono conto delle rettifiche necessarie a riflettere gli effetti: del completamento della manovra finanziaria che il Piano ipotizzava completarsi entro il 2019; dell’applicazione dell’IFRS 16; e del diverso criterio di contabilizzazione dei risultati della commessa di Boone Dam negli Stati Uniti. Infine, “i dati preconsuntivi 2019 non tengono ancora conto di eventuali effetti derivanti da impairment test e non sono stati ancora
sottoposti a audit da parte della società di revisione KPMG”.