(Teleborsa) – Nel 2020 le aziende italiane avranno un fabbisogno di liquidità di 30 miliardi di euro. Questo se l’epidemia terminasse a giugno, altrimenti i miliardi necessari nel più pessimista degli scenari con l’emergenza Coronavirus prolungata a dicembre sarebbero 80. È la stima prodotta dal centro studi di Confcommercio sulla base di un ampio campione di bilanci di imprese (solo le società di capitali, pari a 1/3 del PIL e 55% degli occupati). La maggior parte di queste risorse inoltre sarebbero, in ogni caso, necessarie tra aprile e giugno.
La soluzione suggerita dallo studio è quella di “impiegare ingenti risorse pubbliche per fornire oggi liquidità alle imprese e rendere poi possibile la ripartenza, una volta terminata l’emergenza sanitaria. Cruciale è la tempistica”. Il rapporto infatti sottolinea la necessità di agire subito. Lo studio ha valutato positive le iniziative del Decreto Cura Italia “ma insufficienti a coprire il fabbisogno di cassa creatosi nelle imprese”, mentre quelle del Decreto Liquidità “potrebbero riuscire a soddisfare le esigenze di liquidità causate dalla crisi”.
Ma lo studio avverte: “Il piano si basa sull’assunzione che il sistema bancario italiano, grazie all’elevata quota di garanzie pubbliche, sia in grado di generare un grande ammontare di credito addizionale in tempi brevi: ciò andrà monitorato con attenzione”. E conclude: “cruciale è stabilire un ammortamento dei prestiti su orizzonti sufficientemente lunghi, ai massimi consentiti per legge”.