(Teleborsa) – Il Governo ha posto la questione di fiducia, domani giovedì 9 aprile, nell’Aula del Senato sul decreto legge Cura Italia da 25 miliardi. Dall’inizio della crisi, il Parlamento aveva sempre risposto unito. Ai primi di marzo, maggioranza e opposizione hanno fatto fronte comune, approvando con voti trasversali sia il primo decreto varato per fra fronte all’emergenza sia lo scostamento dal deficit. Nei giorni, però, qualcosa è cambiato con la maggioranza che accusa l’opposizione di aver fatto proposte irricevibili e l’opposizione che, dal canto suo, ribatte di aver trovato strada in salita e porte chiuse. In assenza di un accordo politico, per garantire un passaggio spedito e una veloce approvazione, l’esecutivo imbocca la strada della fiducia.
Nessuna battaglia in vista però. Il momento è troppo delicato. Alla luce della conferma che dal Governo non c’è “nessuna intenzione di una vera collaborazione con le opposizioni”, non faremo nessun ostruzionismo, perchè comunque si tratta di misure che servono al Paese in questa fase di emergenza, ma rimarchiamo che siamo insoddisfatti e che sono misure assolutamente insufficienti”, fa sapere il capogruppo leghista Massimiliano Romeo,
Intanto, la ministra della Pubblica amministrazione, Fabiana Dadone, esulta per l’approvazione di un emendamento, che rende i concorsi pubblici sprint e meno affollati. “Le singole amministrazioni – spiega – avranno la facoltà di introdurre requisiti specifici per scremare le presenze ai test di accesso, rendendoli più rapidi. La norma consente di semplificare e accelerare l’ingresso di nuove forze nel pubblico impiego”
Strada dunque segnata: dopo il passaggio oggi in Commissione bilancio e discussione generale nell’aula del Senato, voto di fiducia, domani, a partire dalle 12.40.