(Teleborsa) – Più che una riunione, una maratona che va avanti da ieri pomeriggio quella tra i Ministri delle Finanze dei Paesi della zona euro. Il vertice che si svolge in teleconferenza, è iniziato alle 15.30, è stato sospeso verso le 19 ed è poi ripreso attorno alle 22 con lo scontro tra il blocco di Paesi del Nord e quelli del Sud, e i primi assolutamente contrari a qualsiasi forma di condivisione del debito. L’Europa, dunque, non riesce ancora a trovare la quadra sugli aiuti finanziari da mettere in campo per far fronte al brusco rallentamento economico che sta colpendo la zona euro a seguito dell’epidemia legata al coronavirus.
L’obiettivo è dare una risposta comune e adeguata allo shock economico da pandemia, cercando di approvare “il pacchetto economico più ambizioso di sempre”, come l’ha definito il presidente Mario Centeno. Per farlo, però, occorre approvare un testo che contenga una formulazione accettabile di MES “light” voluto dai Paesi del Nord (Olanda, Finlandia, Danimarca e Austria) e una di Eurobond, proposti dal Sud, capeggiati da Italia e Spagna che, a sorpresa, incassano l’appoggio della Francia.
Altrimenti il tavolo salterà. Il Premier Giuseppe Conte l’ha detto molto chiaramente alla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen: “L’Italia non accetterà compromessi a ribasso”.
Voci di corridoio filtrate nella notte più lunga e difficile dell’Eurogruppo, fanno sapere che il nostro Paese non accetterà alcuna condizionalità sul Mes” ( direzione nella quale spinge su tutti l’Olanda) chiedendo quindi “bond” comuni e “zero condizionalità” per l’utilizzo delle Eccl, le linee di credito a condizioni rafforzate, del Mes.
La Germania, che in un primo momento sembrava condividere la linea dura dell’Olanda, sembra aver aperto all’ipotesi di annullare ogni condizionalità a patto però che i prestiti vengano spesi dai Paesi soltanto su attività riconducibili al covid. A questa è seguita un’ulteriore apertura riguardo la possibilità di ristrutturare il debito dei Paesi recipienti permettendo, di fatto, maggiore flessibilità.
L’Italia e il blocco Sud sembrano, dunque, orientate a non accettare alcune formulazione finale che preveda che venga mena una sola delle “quattro gambe” proposte: ricorso a una nuova linea di credito del Mes ma con una “condizionalità” che sia “la più leggera possibile”; sostegno della Banca europea degli investimenti (Bei) alla liquidità delle imprese private, che includerebbe anche una sua ricapitalizzazione da parte degli Stati membri; il dispositivo “Sure”. E, appunto, coronabond.
Si continua a lavorare per superare lo stallo che rischia di far saltare il banco – e con lui il sogno europeo. Attesa per la conferenza stampa in programma alle 10 di questa mattina, mercoledì 8 aprile.