(Teleborsa) – I grandi soci di , riuniti nel patto denominato Car, che detiene il 19% del capitale, ribadiscono che l’offerta di è “inaccettabile” anche alla luce dell’emergenza coronavirus. Nell’esprimere il giudizio, il Car cita il valore inferiore di oltre il 60% al patrimonio della banca, senza considerare una serie di elementi intangibili quali risorse umane, progetti in corso, rapporto con i territori.
“L’offerta è priva, ancor di più oggi, di razionali economici per la generalità degli azionisti UBI e comporta la compressione di loro legittimi diritti“, spiega la nota del Patto, in vista dell’assemblea del’8 aprile.
Pur esprimendosi a favore di astratti progetti di aggregazione nel settore bancario, il Car ritiene che “vadano privilegiati quelli in grado di creare valore per il sistema e aumentare la pluralità e la concorrenza sul mercato, anziché diminuirle”.
Il patto conferma che i soci aderenti – Fondazioni e imprenditori bresciani e bergamaschi – parteciperanno “regolarmente” all’assemblea di UBI tramite il rappresentante unico e ribadisce il sostegno alla banca ed al suo management “di alta qualità” per il lavoro svolto nell’ultimo periodo. Il car ricorda anche che UBI è una banca “solida, patrimonializzata, ben posizionata e radicata” nelle aree più produttive del Paese e vanta “buoni progetti di sviluppo”.