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OMS lancia campagna internazionale per test anticorpi

(Teleborsa) – L’Organizzazione Mondiale della Sanità lancia una campagna internazionale di test per rilevare gli anticorpi al Covid-19 grazie a un poderoso programma di analisi del sangue che coinvolgerà quasi una decina di Paesi nel mondo.

Lo ha annunciato la stessa OMS, specificando che la campagna si chiamerà Solidarity II e proseguirà in parallelo a Solidarity I, il piano nato per cercare farmaci e vaccini contro il coronavirus responsabile dell’attuale pandemia.

Scopo della campagna è sapere quante sono nel mondo le persone con l’infezione: il dato si otterrà dalle analisi del sangue e permetterà di determinare prevalenza e mortalità del Covid-19 nelle diverse fasce d’età, aiutando così a decidere la durata di chiusure e quarantene.

I tamponi finora hanno permesso di individuare 1 milione di casi nel mondo, ma il loro numero è molto limitato e sempre più spesso non vengono neanche eseguiti se i sintomi sono lievi.

L’esame degli anticorpi invece permette di avere un quadro più preciso della reale diffusione, perché si è in grado di vedere se una persona è stata infettata e ha gli anticorpi che potrebbero proteggerla da future infezioni.

“Solidarity II è la parte finale di un approccio a ‘tridente’ per raccogliere moltissimi dati sugli anticorpi il più velocemente possibile”, spiega Maria Van Kerkhove, che lavora al programma.

L’Oms ha già iniziato a lavorare con ricercatori di vari paesi con vaste epidemie per raccogliere indizi su quante persone avessero gli anticorpi al virus, anche se fatti con metodi diversi. In seguito ha pubblicato protocolli standard per le prime analisi, incluse quelle sugli anticorpi, in modo da poter combinare i dati di paesi e gruppi di ricerca diversi.

Con Solidarity II si darà la possibilità ai paesi partecipanti di raccogliere risultati dagli studi sugli anticorpi su larga scala per avere velocemente il quadro globale. I risultati dovrebbero essere pronti in pochi mesi.

Già nelle prossime settimane dovrebbero arrivare quelli di studi più piccoli, come quelli dell’università di Stanford e Bonn su 1000 persone, che potranno chiarire se effettivamente bambini e adolescenti sono poco colpiti dall’infezione o sono più spesso asintomatici. Un dato cruciale per decidere sulla riapertura delle scuole.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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