(Teleborsa) – Perdite di produzione che costeranno ai paesi europei centinaia di miliardi di euro con un impatto particolarmente forte sull’Italia. Questi, secondo le previsioni dell’Ifo – l’istituto tedesco per la ricerca e l’analisi economica con sede a Monaco noto per il suo indice mensile sul Business Climate in Germania –, gli effetti che la lotta contro il coronavirus avrà sull’Europa.
Uno scenario che, per il presidente dell’Ifo Clemens Fuest, impone agli Stati del Vecchio Continente, di rafforzare i propri sistemi sanitari nazionali. “Oltre alle ragioni mediche, ci sono anche ragioni economiche per investire massicciamente nella protezione della salute. Questo aiuterebbe a contenere l’epidemia e allo stesso tempo ci permetterebbe di eliminare gradualmente le chiusure di scuole e aziende” afferma Fuest.
Nel suo ultimo Rapporto l’Istituto ha diffuso le stime sui costi, a livello europeo, dell’interruzione della produzione dovuta al “lockdown” per contenere il coronavirus, a un ulteriore ritardo del ritorno alla normale attività economica, o a perdite durature a causa di fallimenti o di perdita di relazioni commerciali durante la crisi.
ITALIA – In Italia, finora il paese europeo più duramente colpito, l’Ifo stima che i costi di una chiusura parziale di due mesi ammonteranno a 143-234 miliardi di euro, a seconda dello scenario, con una riduzione del tasso di crescita annuale compresa tra gli 8,0 e i 13,1 punti percentuali. Se la chiusura si dovesse estendere a un terzo mese, i costi salirebbero a 200-342 miliardi, il che significa una perdita di crescita del Pil di 11,2-19,1 punti. Una sola settimana di proroga del “lockdown” in Italia comporterebbe costi aggiuntivi di 14-27 miliardi, e quindi un calo della crescita di 0,8-1,5 punti. Una proroga da uno a due mesi farebbe invece aumentare i costi fino a 108 miliardi, corrispondenti a 6,3 punti di crescita perduta.
SPAGNA – In Spagna, anch’essa gravemente colpita, l’Ifo prevede che una chiusura di due mesi comporterebbe costi di 101-171 miliardi, riducendo il tasso di crescita annuale del Pil di 8,1-13,8 punti percentuali. Con una chiusura di tre mesi, i costi raggiungono i 141-250 miliardi, riducendo la crescita di 11,3-20,0 punti. Una proroga di una settimana in Spagna comporterebbe costi aggiuntivi di 10-20 miliardi e quindi un calo della crescita di 0,8-1,6 punti. Una proroga da uno a due mesi farebbe aumentare i costi di ben 78 miliardi, ovvero 6,1 punti di crescita perduta.
FRANCIA – Per la Francia, l’Ifo stima che un periodo di chiusura di due mesi comporterebbe costi di 176-298 miliardi, a seconda dello scenario, e una riduzione del tasso di crescita annuale del Pil di 7,3-12,3 punti percentuali; con un periodo di chiusura di tre mesi, i costi ammonterebbero a 247-436 miliardi, pari a 10,2-18,0 punti di crescita perduta. Una proroga di una settimana in Francia comporterebbe costi aggiuntivi di 18-35 miliardi e quindi un calo della crescita di 0,7-1,4 punti. Una proroga da uno a due mesi farebbe aumentare i costi di ben 138 miliardi, ovvero 5,7 punti di crescita perduta.
REGNO UNITO – Secondo l’Ifo, infine, due mesi di chiusura parziale nel Regno Unito causeranno perdite di 193-328 miliardi. Ciò rappresenta una riduzione del tasso di crescita annuale del Pil di 7,7-13,0 punti percentuali. Se la chiusura si estende a un terzo mese, i costi aumentano fino a 271-480 miliardi, ovvero una perdita di crescita di 10,7-19,0 punti. Una proroga di una sola settimana nel Regno Unito comporterà costi aggiuntivi di 19-38 miliardi, e quindi un calo della crescita di 0,8-1,5 punti. Una proroga da uno a due mesi farebbe aumentare i costi fino a 152 miliardi, equivalenti a 6,0 punti di crescita.
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