(Teleborsa) – Nella serata di ieri è arrivata l’ufficializzazione della proroga delle misure restrittive al 13 aprile, comunicate dal Presidente del Consiglio Conte che ringraziando la maggioranza degli italiani che stanno osservando scrupolosamente le indicazioni del Governo è tornato a ribadire che è proprio questo il momento più delicato. Vietato abbassare la guardia perchè un “rilassamento” potrebbe vanificare tutti gli sforzi fatti finora.
Nessun allentamento della stretta anti-coronavirus, dunque, per ora non cambia nulla. Lo si farà appena sarà possibile. Intervistato dal Fatto quotidiano, il Premier ribadisce che non c’è ancora una decisione per il dopo: si entrerà in quella che ieri sera ha definito la fase 2 solo quando gli esperti lo diranno e, gradualmente, a partire cioè da alcuni settori. Quanto alle misure strettamente economiche, il Presidente del Consiglio torna sul Dl per assicurare liquidità alle imprese – che si spera di portare in CdM già venerdì prossimo – e poi sul varo, che si auspica prima di Pasqua, di una sorta di manovra di nuove misure rilevanti.
Orlando (PD): sanità torni allo Stato – Dopo la crisi per il coronavirus, e traendo una lezione da quanto successo, bisognerà cominciare a pensare se sia il caso di far tornare in capo allo Stato centrale competenze come la Sanità. A dilro il Vicesegretario del Pd Andrea Orlando, intervistato dalla Stampa. “Un discorso di sistema da fare con calma dopo”, riflette Orlando rimarcando l’importanza del sistema sanitario nazionale. Perché, osserva, “a seconda della qualità del sistema regionale che trovi, rischi di avere una speranza di vita differenziata”.
“Quando il Vicesegretario del Pd Orlando dice che la sanità deve essere centralizzata non sa quello che dice”, replica subito Matteo Salvini.