Tra i pesanti effetti dell’emergenza Coronavirus c’è anche la ricerca di informazioni da parte dei parenti dei deceduti riguardo il trattamento pensionistico di questi ultimi, e i relativi trattamenti di reversibilità. Quest’ultima prende il nome di pensione indiretta quando il decesso colpisce un lavoratore non pensionato. Cerchiamo di fare chiarezza su questo tipo di trattamenti previdenziali.
Pensione di reversibilità e pensione indiretta
La pensione di reversibilità è una prestazione economica erogata in favore dei familiari superstiti di un pensionato dal momento della morte di quest’ultimo. L’importo viene stabilito in una percentuale della pensione a suo tempo goduta dal defunto.
La pensione indiretta, invece, è la prestazione erogata in favore dei familiari di un lavoratore non pensionato se il lavoratore aveva maturato, alternativamente:
- almeno 780 contributi settimanali;
- almeno 260 contributi settimanali di cui almeno 156 nei cinque anni precedenti la morte.
La pensione spetta a partire dal primo giorno del mese successivo a quello in cui è avvenuto il decesso a prescindere dal momento in cui viene presentata la domanda.
L’importo
In linea di massima la pensione ai superstiti si determina secondo i seguenti parametri:
- il 60% della pensione spettante al defunto se viene erogata in favore del solo coniuge superstite (Il D.L. 6 luglio 2011, n. 98 aveva previsto che le pensioni di reversibilità erogate ai coniugi superstiti aventi decorrenza dal 1° gennaio 2012 fossero soggette ad una riduzione dell’aliquota percentuale, nei casi in cui il deceduto avesse contratto matrimonio ad un’età superiore a 70 anni, la differenza di età tra i coniugi fosse superiore a 20 anni e il matrimonio fosse stato contratto per un periodo di tempo inferiore ai dieci anni. La decurtazione della pensione ai superstiti non avrebbe operato solo qualora vi fossero stati figli minori, studenti o inabili – N.B.: ora la sentenza del 14 luglio 2016, n. 174 della Corte costituzionale ha dichiarato incostituzionale tale norma);
- il 70% della pensione spettante al defunto se viene erogata in favore di un solo figlio superstite (che ovviamente deve possedere i requisiti indicati nel paragrafo che precede);
- l’80% della pensione spettante al defunto se viene erogata in favore del coniuge e un figlio ovvero due figli senza coniuge;
- il 100% della pensione spettante al defunto se viene erogata in favore del coniuge superstite e di due figli oppure di tre o più figli.
Viene poi applicata una maggiorazione del 15% per ogni altro familiare (che abbia diritto alla reversibilità) diverso dal coniuge, dai figli o dai nipoti.
La somma di denaro che viene erogata ai superstiti viene ridotta se il titolare possiede altri redditi. In particolare:
- riduzione del 25% se il reddito del beneficiario è superiore a 3 volte il trattamento minimo annuo del Fondo pensioni lavoratori dipendenti
- riduzione del 40% se il reddito del beneficiario è superiore a 4 volte il trattamento minimo annuo del Fondo pensioni lavoratori dipendenti
- riduzione del 50% se il reddito del beneficiario è superiore a 5 volte il trattamento minimo annuo del Fondo pensioni lavoratori dipendenti
Separati e divorziati
In caso di coniuge superstite separato o divorziato sono però necessarie alcune precisazioni.
Quanto al coniuge separato, se all’atto della separazione il giudice aveva addebitato la separazione al coniuge poi sopravvissuto (la c.d. separazione per colpa) il diritto alla pensione di reversibilità nasce soltanto se il Giudice aveva riconosciuto in suo favore gli alimenti, ovverosia il diritto di ricevere una somma (di importo ridotto rispetto al c.d. assegno di mantenimento) dovuta in ragione delle condizioni economiche del tutto precarie tali da non consentirgli di avere mezzi di sostentamento.
Per quanto concerne invece il coniuge superstite divorziato, il diritto alla reversibilità nasce soltanto se in sede di divorzio il Giudice aveva riconosciuto in suo favore un assegno divorzile, cioè il diritto di ricevere una somma di denaro periodica (normalmente mensile) con una funzione analoga a quella dell’assegno di mantenimento che viene stabilito in sede di separazione.
Se mancano il coniuge, i figli o i nipoti la pensione può essere assegnata anche ai genitori che hanno un’età inferiore a 65 anni e che non siano già, a loro volta, titolari di una pensione, sempre che alla data della morte del parente risultino a carico di quest’ultimo.
Se manca anche il genitore la pensione può essere assegnata ai fratelli (non sposati) inabili che non siano a loro volta titolari di una pensione sempre che alla data della morte del parente risultino a carico di quest’ultimo.
Come fare domanda
La domanda relativa alla pensione di reversibilità e alla pensione indiretta si presenta per via telematica utilizzando i servizi telematici dell’INPS attraverso il relativo sito internet (http://www.inps.it/) utilizzando il codice PIN a disposizione del singolo cittadino.
In alternativa è possibile affidare la pratica ad un patronato. Gli enti di patronato riconosciuti dall’INPS sono indicati in https://www.inps.it/AgendaSedi/info_patronati.asp.
È possibile inoltre contattare il Call center INPS al numero gratuito 803164.
Bonus 600 euro e reversibilità
Sul diritto di chi percepisce la pensione di reversibilità a fare domanda per il bonus da 600 euro stanziato per le partite IVA, il decreto Cura Italia non è del tutto chiaro.
In un messaggio l’Inps ha chiarito che è escluso dal bonus in questione chi percepisce una pensione diretta. Tale incompatibilità vale non solo per i professionisti ma anche per collaboratori iscritti alla Gestione Separata INPS, artigiani e commercianti, così come lavoratori stagionali ed operai agricoli. Il riferimento è al messaggio n. 1288 del 20 marzo 2020 nel quale si specifica che: “le predette categorie di lavoratori non devono essere titolari di un trattamento pensionistico diretto”.
Anche la pensione di reversibilità rientra tra le pensioni dirette (tecnicamente è pensione indiretta quella riconosciuta ai superstiti per lavoratore defunto). Dunque è esclusa la possibilità di accesso al bonus 600 euro per i vedovi che prendono la pensione di reversibilità? Teoricamente sì, ma si attende ulteriore chiarimento in merito.