(Teleborsa) – L’emergenza coronavirus ha colpito anche il settore degli NPL. Lo “stop” delle esecuzioni, individuali e concorsuali, colpisce l’intera filiera che rischia di riprendere la propria attività soltanto dopo l’estate. Per questo motivo l’Osservatorio T6, associazione di studio sulle esecuzioni giudiziarie, ha preparato alcune proposte che – spiega in una nota – “non si tradurrebbero nella solita richiesta di fondi, ma in alcune iniziative a tutela di tutti gli addetti del comparto, senza gravare sulle casse statali”.
La proposta più immediata riguarda il cosiddetto “cash in court” , cioè tutte le somme che, a seguito delle vendite effettuate sono giacenti sui conti delle procedure presso i Tribunali. Secondo l’Osservatorio T6, i Tribunali italiani dovrebbero effettuare in tempi brevissimi i riparti delle somme incassate dalle procedure, velocizzando le pratiche pendenti nelle aule giudiziarie. “Abbiamo calcolato – spiega il presidente dell’Osservatorio T6, Stefano Scopigli – con forte approssimazione, che sarebbe possibile mettere in circolo una somma tra gli 8 e i 10 miliari di euro, anche con una distribuzione accelerata, seppure parziale”.
Si potrebbe poi fissare la ripresa delle aste a decorrere dal 30 giugno, in modo uniforme sul territorio nazionale, e per alleggerire il carico fiscale sul settore, si ipotizza di sospendere per 12 mesi il versamento del contributo obbligatorio di pubblicazione, balzello che grava sulle procedure per oltre 30 milioni di euro annui. In questa ottica, il settore richiede al legislatore di ripristinare anche l’imposta agevolata per i trasferimenti di proprietà da aste, ovvero le imposte di registro, ipotecaria e catastale nella misura fissa di 200 euro ciascuna.