(Teleborsa) – Istituire una nuova struttura per creare coronabond sarebbe complesso e richiederebbe tempo “uno, due o tre anni”: lo ha dichiarato il Direttore del Meccanismo europeo di stabilità (Mes), Klaus Regling, intervistato dal Financial Times.Secondo il capo del Fondo salva-stati qualsiasi ulteriore emissione di debito congiunto dovrebbe a breve termine derivare da meccanismi esistenti: il Mes, per l’appunto, o la Banca europea degli investimenti.
Ad esempio, potrebbe esserci la possibilità che la Commissione emetta più debito sotto gli auspici del suo prossimo bilancio settennale, ha affermato Regling il quale ha anche precisato che non c’è necessità al momento di aumentare la capacità di prestito del MES, che ammonta a 410 miliardi di euro, specificando che “ce n’è molto disponibile”.
“Gli stati membri dovrebbero presentarsi con del capitale o delle garanzie” per creare i nuovi coronabond con un emittente ad hoc, “non si possono fare obbligazioni dal nulla”, ha affermato precisando che accedere ai fondi del meccanismo da lui diretto non presenterebbe, nella fase attuale, condizioni severe come nel caso della crisi dell’euro. Ci sarebbe, sì, il vincolo del rispetto dello schema di sorveglianza Ue sulle regole fiscali (previste nel Patto di stabilità) ma ciò avverrebbe a prescindere dall’aiuto del Mes, ha chiarito.
Come noto, Francia, Italia, Spagna e altri sei paesi hanno richiesto la settimana scorsa maggiori sforzi per creare uno strumento di debito comune emesso da un’istituzione europea, per alleviare l’impatto della pandemia e la possibile recessione mondiale legata ad essa. Germania e Olanda si sono schierate contro.
Riflettori puntati, dunque, alla prossima riunione dell’Eurogruppo, fissata per il prossimo 7 aprile che avrà in agenda, ancora una volta, “proposte per rafforzare la risposta a livello Ue alla covid-19”.
La battaglia resta aperta come testimoniano le parole pronunciate dal Commissario europeo agli Affari economici, Paolo Gentiloni che ha richiamato all’unità e ad una maggior solidarietà per evitare che il progetto europeo rischi di tramontare.
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