(Teleborsa) – La pandemia Covid-19 potrebbe costare 47 milioni di posti di lavoro negli Stati Uniti entro la fine di giugno, con un tasso di disoccupazione che, nel secondo trimestre, potrebbe superare e di molto il picco della Grande Depressione.
È la stima della filiale di St. Louis della Federal Reserve redatta dall’economista Miguel Faria-e-Castro e pubblicata su Fortune: secondo le sue previsioni, il tasso di disoccupazione nel secondo trimestre del 2020 potrebbe toccare il 32,1%, molto oltre quello registrato nel 1929 quando fu del 24,9%.
L’unico aspetto positivo, sottolinea l’economista, è che la recessione dovrebbe essere breve in confronto a quella del passato.
“Questo shock negativo non influisce ugualmente su tutte le attività, settori o professioni. Molti lavoratori nei servizi professionali, ad esempio, sono in grado di lavorare da casa e continuare le loro attività con un’interruzione minima“, scrive Faria-e-Castro.
Diverso il destino delle “professioni che comportano un contatto fisico diretto con i clienti, come i camerieri dei ristoranti” che probabilmente “vedranno il loro lavoro influenzato da misure di distanziamento sociale”.
Si tratta, conclude l’economista di “numeri molto grandi per gli standard storici ma questo è uno shock piuttosto unico che è diverso da qualsiasi altro vissuto dall’economia degli Stati Uniti negli ultimi 100 anni“.
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