Non si ferma il lavoro del governo sulla riforma delle pensioni e il superamento di Quota 100. La ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, ha ribadito la tabella di marcia che dovrà portare al nuovo piano previdenziale per evitare il rischio scalone tra il 2021 e il 2022 con la fine della sperimentazione di Quota 100: un “primo punto politico” si avrà solamente a “fine marzo, per poi arrivare a settembre con una proposta concreta”.
Tempi lunghi, dunque, e diversi ostacoli da superare tra cui i contenuti della riforma e, soprattutto, le risorse. L’obiettivo è quello di avviare la riforma delle pensioni con i risparmi derivanti da uno stop anticipato della Quota 100, ma per i sindacati le risorse devono risultare significativamente maggiori.
Quota 100, i soldi per la riforma
Il governo punta a superare Quota 100 per arrivare a una misura meno costosa di quelle previste dal precedente esecutivo. Secondo il sottosegretario all’economia Pier Paolo Baretta, “il tema è la simultaneità per evitare che si creino dei buchi” all’interno del bilancio pubblico. Per questo motivo, “tutto quello che viene dalla lotta all’evasione deve andare alla riforma dell’Irpef e tutto quello che viene da Quota 100 deve andare alla riforma previdenziale, altrimenti non si riesce a fare tutte e due le cose”.
La quadratura del cerchio da parte della maggioranza dovrebbe dunque essere trovata grazie a un intervento sui costi e sui tagli agli stanziamenti già decisi in precedenza per la Quota 100. Sul piatto ci sarebbero, in particolare, 8,4 miliardi di euro nel 2020 e 8,7 miliardi nel 2021.
Con la nuova legge di Bilancio si potrebbe puntare ad un passo indietro rispetto alla provvedimento che attualmente garantisce l’uscita dal lavoro ad almeno 62 anni di età e 38 anni di versamenti. In questo modo, si potrebbe però garantire immediatamente il via libera alla riforma strutturale delle pensioni. L’intervento potrebbe inoltre agire in tandem con la rimodulazione delle aliquote Irpef. Due meccanismi che sembra impossibile far decollare già nel 2022 senza un ripensamento sulla Quota 100, cioè una chiusura anticipata della sperimentazione.
Pensioni, per i sindacati occorrono risorse maggiori
Secondo i sindacati, le risorse devono risultare significativamente maggiori rispetto ai risparmi derivanti dallo stop anticipato di Quota 100. “Il confronto in atto tra governo e sindacati deve portare alla definizione di una flessibilità più diffusa di accesso alla pensione intorno a 62 anni, come avviene nel resto d’Europa”, afferma dalla Uil Domenico Proietti. Che aggiunge: “Per conseguire questo obiettivo, insieme a tutti gli altri contenuti nella piattaforma sul capitolo previdenza, il governo deve postare risorse significativamente maggiori dei risparmi ottenuti con quota 100”.