(Teleborsa) – La chiude il 2019 con un utile netto di 137,4 milioni di euro in crescita del 24% rispetto al 2018.
Il margine di interesse si è attestato a 460,4 milioni, in riduzione del 9,4% rispetto all’esercizio 2018 per effetto, principalmente, del calo dei tassi attivi e degli oneri conseguenti alla cospicua raccolta eccedentaria. Il margine d’intermediazione è risultato pari a
903,3 milioni dagli 866,3 milioni di euro del periodo di confronto (+4,3%).
I coefficienti patrimoniali al 31 dicembre 2019, calcolati sulla base dei fondi propri di vigilanza non comprensivi di quota parte degli utili dell’ultimo trimestre 2019 destinata ad autofinanziamento, sono pari a: CET 1 ratio: 15,73% (phased-in), 15,70% (fully phased); Tier 1 ratio: 15,78% (phased-in), 15,76% (fully phased); Total Capital ratio: 18,61% (phased-in), 18,59% (fully phased).
I lavori per realizzare la cessione di crediti a sofferenza per un ammontare target di circa 1 miliardo di euro, al lordo delle rettifiche, attraverso una cartolarizzazione garantita con GACS, sono in corso di completamento. A valle di questa prima cessione – fa sapere l’istituto di credito – saranno implementate ulteriori iniziative straordinarie di derisking per circa 500 milioni di euro, affiancate da un potenziamento della macchina interna dei recuperi. Il combinato disposto di queste iniziative comporterà per il Gruppo una riduzione dell’NPE ratio dall’attuale 12,46% di fine periodo a circa il 6% entro fine 2022.