(Teleborsa) – L’Amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, nel corso di un evento per la presentazione del supercalcolatore HPC5, ha affrontato il nodo Libia, ammettendo che la “situazione è molto difficile” a causa della chiusura dei pozzi imposta da Haftar.
Descalzi ha spiegato che da più di tre settimane nel Paese nordafricano “c’è un milione di barili fermo” e che “la quota di produzione in quota Eni si è dimezzata” attorno ai 155-160 mila barili al giorno.
“Un po’ siamo impattati. Comunque la preoccupazione è per la popolazione. Abbiamo più di 5.000 persone e bisogna capire se possiamo pagare i salari. Se non si ritorna alla situazione di un mese fa, la Libia è un Paese che può rischiare il collasso e la paralisi”.
Alla domanda a quanto si sia ridotta la produzione in quota Eni dopo il blocco, Descalzi ha detto che “siamo intorno a 155-160.000 barili. Prima eravamo a 300.000. L’attenzione nostra è sulle persone e sull’integrità degli asset”. (Giancarlo Navach, in redazione a Milano Sabina Suzzi)