(Teleborsa) – La tassazione internazionale delle aziende digitali “è complicata”, per questo Google “vuole andare avanti e sostiene la proposta di una riforma dell’Ocse”. Per Matt Brittin – presidente della divisione Affari per Europa, Medio Oriente e Africa (Emea) di Google – “una regolamentazione internazionale ha più senso rispetto alle iniziative dei singoli Paesi” che comunque il colosso di Mountain View “rispetta”.
“Non ci aspettiamo – ha aggiunto Brittin a margine di un evento sulla sicurezza online a Bruxelles – di avere tutto a modo nostro: discutiamo non del totale delle tasse che paghiamo ma di dove, per questo ha senso una riforma internazionale. La domanda è quanto tempo ci vorrà affinché l’Ocse presenti una proposta concreta”. Il presidente della divisione Affari Emea di Google ha sottolineato che “tutti sono impazienti di trovare un accordo per una riforma internazionale” chiarendo che Google rispetta i responsabili politici dei singoli Stati membri e spetta alla società di Mountain View pagare le tasse che deve in ogni Paese, così come “spetta ai governi determinare a quanto ammontino queste tasse”.
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