(Teleborsa) – Oltre 5 milioni di italiani sono chiamati alle urne domani per in Emilia Romagna e Calabria per rinnovare il Consiglio regionale e scegliere il nuovo presidente della Regione. Un test elettorale che ha superato i confini regionali assumendo un significato molto più ampio che si incrocia con la tenuta della maggioranza e il destino stesso del Governo. Tuttavia, dal premier Giuseppe Conte a tutti i leader dei diversi partiti dalla maggioranza è arrivata la rassicurazione che il governo non cadrà qualunque sia l’esito del voto. Negli ultimi giorni, soprattutto dopo le dimissioni di Luigi Di Maio da leader politico del Movimento 5 Stelle, la questione politica è tornata però alla ribalta, mettendo sotto pressione anche i mercati con un allargamento dello spread Btp-Bund che ha raggiunto i massimi da dicembre, sfiorando la soglia dei 170 punti.
Da settimane le forze di Governo ripetono che queste elezioni non sono un referendum sull’esecutivo, ma certo è che se Stefano Bonaccini del Pd non sarà rieletto in Emilia Romagna il Governo giallo-rosso non potrà far finta di nulla. Ne è profondamente convinto Matteo Salvini – che ha investito tutto su questo test elettorale – secondo cui una vittoria della Lega rappresenterebbe un “avviso di sfratto” per il Conte-Bis. Data per scontata la vittoria del centrodestra in Calabria, gli occhi sono allora tutti puntati su Bologna, anche per la portata simbolica di un’eventuale sconfitta del centrosinistra nella regione rossa per antonomasia.
Dopo la giornata di silenzio elettorale di oggi sabato 25 gennaio, vigilia del voto, le urne saranno aperte domani dalle 7 alle 23 in entrambe le Regioni e immediatamente dopo la chiusura delle operazioni di voto inizierà lo scrutinio.
Sono circa 1 milione e 800 mila in Calabria e poco più di 3,5 milioni in Emilia Romagna gli elettori chiamati domani a eleggere il presidente della Giunta e i componenti dell’Assemblea legislativa nelle due Regioni. Per l’Emilia sono sette gli aspiranti Governatori, sostenuti da 17 liste. La sfida principale è fra Stefano Bonaccini, Presidente uscente e candidato del centrosinistra, e Lucia Borgonzoni, senatrice leghista e candidata del centrodestra. Per il Movimento Cinque Stelle c’è Simone Benini. E poi c’è la galassia della sinistra con candidati che si presentano autonomamente: L’Altra Emilia-Romagna (con Stefano Lugli), Potere al Popolo (con Marta Collot) e il Partito Comunista (con Laura Bergamini). Infine, il Movimento 3V-Vaccini Vogliamo Verità con il candidato Domenico Battaglia. In Calabria gli aspiranti Governatori sono quattro: Jole Santelli (centrodestra), l’imprenditore Pippo Callipo (centrosinistra), Francesco Aiello (M5S) che può contare anche sull’appoggio della lista “Calabria Civica” e Carlo Tansi appoggiato da tre liste.
Si voterà con un’unica scheda e sarà eletto il candidato Presidente che avrà ottenuto il maggior numero di voti. In Emilia Romagna è possibile il voto disgiunto, ovvero votare un candidato presidente e una delle liste a lui non collegate. In Calabria la Legge elettorale non prevede il voto disgiunto e sono ammesse alla ripartizione dei seggi le liste che hanno superato il 4% e le coalizioni di liste che superano l’8%.