(Teleborsa) – Il settore delle due ruote chiude il totale 2019 in modo positivo, confermando una ripresa che dura da 6 anni di seguito. Il totale immatricolato (veicoli >50cc) si attesta su 231.937 vendite pari al +5,7% rispetto al 2018.
Il contributo delle moto con 98.883 pezzi è pari a un +6,3%, mentre gli scooter, che rappresentano oltre il 57% del mercato, totalizzano 133.054 unità pari al +5,2%. Le registrazioni dei “cinquantini” si fermano a 20.357 veicoli con un decremento pari al -2,7%, nonostante l’ottimo andamento degli scooter elettrici che superano le 4.000 unità, grazie agli incentivi e alla spinta dello scooter sharing.
Il totale complessivo delle 2 ruote a motore (moto e scooter >50cc + veicoli 50cc) arriva a 252.294 pezzi pari al +4,9% rispetto all’anno scorso.
“Il totale delle 2 ruote vendute nel 2019 presenta circa 12.000 unità in più rispetto al 2018. In particolare le moto incrementano di poco meno di 6.000 unità con una quota pari al 42,6% del mercato. Mentre gli scooter con oltre 6.500 veicoli in più confermano l’importanza in termini di volumi pari ad una quota del 57,4%. Abbiamo ancora di fronte l’obiettivo di recuperare le vendite del periodo pre-crisi e tutto il settore dovrà moltiplicare gli sforzi per proseguire il percorso di crescita – commenta Paolo Magri, presidente ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori) -. Il parco circolante, vicino ai 9 milioni di veicoli, deve essere rinnovato dato che il 50% è costituito da veicoli con più di 10 anni di età. Favorire il ricambio servirà a eliminare veicoli obsoleti sia in termini di emissioni, che sotto il profilo della sicurezza d’uso. Ancma è sempre pronta a fornire un supporto come interlocutore primario sia con le istituzioni governative che con le amministrazioni locali, per facilitare i necessari interventi che consentano uno sviluppo del mercato collegato all’obiettivo di realizzare una mobilità sostenibile; nello stesso tempo dobbiamo fare in modo che gli utenti possano fruire di infrastrutture adeguate che garantiscano di poter viaggiare minimizzando i rischi“.