(Teleborsa) – “Noi siamo sempre stati disponibili al confronto con il Governo. Abbiamo già avanzato le nostre proposte. Con importanti investimenti a carico della società e una serie di compensazioni, oltre alle risorse per Genova e alle esenzioni per ridurre i disagi di chi viaggia. Vogliamo realizzare investimenti per 13 miliardi di euro nei 18 anni rimasti della concessione. A patto che….”
Lo ha dichiarato l’Amministratore delegato di Autostrade per l’Italia S.p.A. (Aspi), Roberto Tomasi, in un’intervista al Corriere della Sera, interrotto dalla precisazione/domanda di Fabio Savelli che lo anticipa parlando di “non revoca della concessione”, sottolineando come la tragedia del Ponte Morandi, la questione dei “report” sullo stato di manutenzione dei viadotti e il più recente crollo di una porzione della volta di una delle gallerie dell’A26 Gravellona Toce-Voltri siano vive negli occhi di tutti.
“Comprendo la diffidenza – ha risposto Tomasi – ed è innegabile che dobbiamo fare uno sforzo straordinario per riconquistare la fiducia degli italiani. Stiamo mettendo in campo tutto quello che abbiamo per realizzare una profonda discontinuità su molti piani. Abbiamo attuato una forte rotazione del management. Abbiamo rivoluzionato il sistema dei controlli, affidando a società terze le verifiche sullo stato dei viadotti e delle gallerie. E abbiamo lanciato un piano di investimenti in manutenzione da 500 milioni di euro, con una forte accelerazione degli interventi triplicando le risorse investite. A gennaio presenteremo il piano industriale 2020-2023, che comprenderà anche un focus particolare su ricerca e sviluppo, digitalizzazione e nuovi”.
E Savelli lo incalza, mettendo in evidenza come “nessuno in questo momento vorrebbe essere al suo posto”, chiamato alla guida dallo scorso febbraio appunto alla guida di Autostrade ereditando quello che era il compito di Giovanni Castellucci. Un compito pesante in un momento difficilissimo è avere la responsabilità di una macchina complessa da 7mila dipendente con rischi giudiziari dietro ogni angolo…e aggiunge:
“Un retroscena del Corriere ha svelato che avreste proposto 2 miliardi per salvare la concessione, ma non la riduzione delle tariffe del 5% nei prossimi anni immaginata dal Governo. Quale può essere il punto di incontro?
“Non commento queste cifre – ha risposto ha precisato Roberto Tomasi – e quel che posso dire è che siamo pronti a continuare un confronto con il Governo per evitare che sia distrutto un patrimonio industriale del Paese. Serve un accordo che coniughi l’interesse pubblico, i diritti di chi fa impresa e le regole dello Stato di diritto. Un accordo di questo tipo è possibile e doveroso, nell’interesse dei 7 mila lavoratori, degli stakeholders e di tutti gli italiani”.
L’intevista prosegue con la questione del subentro dell’Anas, che, in base da quatto stabilito dal Decreto Milleproroghe, la società per azioni integrata dal 2018 nel Gruppo FS assorbirebbe le maestranze di Aspi….
“E’ una visione semplicistica – commenta l’Amministratore di Aspi – in quanto con la revoca e indennizzo ridotto rischiamo il fallimento, visto che abbiamo linee di credito aperte per 10,5 miliardi. Con gravi conseguenze anche per decine di migliaia di risparmiatori, oltre che per 7mila dipendenti diretti e per i lavoratori nell’indotto”.
E per quanto riguarda il fatto di essere in possesso o meno di un mandato per trattare con il Governo in quanto Atlantia è holding da svariati azionisti e che anche la famiglia Benetton, socio di controllo, è suddivisa in quattro rami, Roberto Tomasi ha così risposto: “Sono convinto che una giusta soluzione negoziale sia nell’interesse degli azionisti”.
Il “colloquio” Savelli-Tomasi affronta poi, con una dettagliata disamina, i temi dello stato del sistema portuale ligure, del collasso del traffico stradale nella Regione, della sicurezza per gli automobilisti, i numerosi problemi da risolvere con Enti e Istituzioni, i controlli e le verifiche promesse…
E infine gli ultimi affondi dell’intervistatore. “Che cosa ha provato quando ha scoperto che alcuni report erano falsificati per risparmiare sulla manutenzione?
“Sono rimasto sconcertato. E per questo sono stati rimossi immediatamente i dipendenti infedeli. Senza attendere le sentenze della magistratura, al cui operato guardo con grande rispetto e massima fiducia, ma sulla base della violazione del codice etico della nostra azienda”.
Vorrebbe una revisione della concessione? Accetterebbe il modello dell’authority dei Trasporti che contabilizza in tariffa solo gli investimenti realizzati e non quelli programmati?
“È un modello che abbiamo analizzato con attenzione, e sul quale siamo stati e siamo disposti a confrontarci. E’ necessario garantire il rendimento degli investimenti realizzati negli scorsi anni dai concessionari. Anche il calcolo della produttività va approfondito: se applicato in modo automatico rischia di determinare una riduzione dei posti di lavoro e una diminuzione degli investimenti in manutenzione. Entrambe sarebbero inaccettabili”.
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