(Teleborsa) – L’attacco americano a Bagdad, ordinato dal Presidente americano Donald Trump, contro il generale iraniano Soleimani si fa sentire sui mercati finanziari colpiti da vendite generalizzate. L’impatto più evidente è sulle quotazioni di petrolio e oro, balzate entrambe al livello più alto degli ultimi quattro mesi, rispettivamente a quota 63 dollari al barile ed a 1.547 dollari l’oncia.
Chi era Qassem Soleimani? L’uomo più potente del Medio Oriente, 62 anni, al comando dal 1998 delle forze Quds, le unità speciali delle guardie rivoluzionarie iraniane, che ha ridisegnato gli scenari geopolitici del Medio Oriente in favore dell’Iran.
L’ordine partito da Trump e confermato dal Pentagono. “Su istruzioni del presidente i militari americani hanno intrapreso una decisa azione difensiva con l’uccisione del generale Qassem Soleimani per proteggere il personale americano all’estero”, si legge in un comunicato del Pentagono.
“Il lavoro e il cammino del generale Qassem Soleimani non si fermeranno e una dura vendetta attende i criminali, le cui mani nefaste sono insanguinate con il sangue di Soleimani e altri martiri dell’attacco della notte scorsa” ha dichiarato la guida suprema iraniana Ali Khamenei riferendosi all’attacco americano che ha ucciso il generale iraniano.
La mossa statunitense è destinata ad avere conseguenze sui delicati equilibri nell’area. L’attacco rischia, infatti, di portare Stati Uniti e Iran sull’orlo della guerra.
Ad aumentare le tensioni in un quadro già drammatico contribuisce la notizia dell’approvazione da parte del Parlamento turco all’invio di truppe in Libia accanto alle forze del governo riconosciuto dalle Nazioni Unite di Fayez al-Sarraj per fermare l’avanzata dell’autoproclamato Esercito nazionale libico del generale della Cirenaica. L’obiettivo è impedire la presa di Tripoli. Condanna dell’Egitto al “passo del Parlamento turco” mentre la UE esprime “forte preoccupazione” per una mossa che “destabilizzerà ulteriormente il Paese e l’intera regione”.