(Teleborsa) – L’economia del Sud è in calo. È l’allarme che arriva dall’aggiornamento di dicembre 2019 del Check Up Mezzogiorno di Confindustria e Srm (Centro Studi del Gruppo Intesa Sanpaolo).
Secondo il rapporto, nel 2019, a conferma dei segnali negativi di inizio anno, l’economia del Mezzogiorno si è fermata: dopo 4 anni di crescita, l’Indice Sintetico dell’Economia Meridionale è infatti diminuito attestandosi 30 punti al di sotto dei livelli pre-crisi.
In particolare è l‘andamento del Pil a evidenziare un indebolimento più intenso proprio al Sud tanto che le previsioni indicano una mini-recessione (-0,2% secondo Svimez).
In calo anche il clima di fiducia delle imprese, specie manifatturiere: ferma anche la nascita di nuove imprese. Gli investimenti poi toccano -32% rispetto al picco del 2008 e il dato positivo del Credito d’imposta Sud serve solo a limitare i danni.
Tutto ciò si riflette sul versante occupazionale che registra una stagnazione, con le ore pro capite in diminuzione e l’aumento della cassa integrazione.
In dettaglio, un terzo dei nuovi assunti al Sud sono a tempo parziale e con titoli di studio inferiori, mentre l’occupazione si riduce tra i laureati. Rimane alta l’emergenza occupazione giovanile con meno di 1 giovane su 4 che lavoro al Sud.
Anche per l’export, che negli anni scorsi era l’indicatore che aveva tenuto a galla l’economia meridionale, si assiste ad una inversione di tendenza con un andamento altalenante (-2,8% nei primi nove mesi del 2019 rispetto allo stesso periodo del 2018).
Resta positivo l’export turistico con una spesa dei viaggiatori stranieri che, come per tutta Italia, è in crescita del +1,8%.
Il rapporto indica poi il pacchetto di misure dedicate al Mezzogiorno nella Legge di Bilancio “una prima importante risposta al rischio di avvitare l’economia meridionale in una spirale recessiva difficilmente sostenibile“.
“Il rafforzamento strutturale della capacità competitiva dei territori – conclude lo studio – resta un obiettivo imprescindibile da perseguire mediante l’irrobustimento del tessuto produttivo, il rilancio degli investimenti pubblici e privati, un potenziamento della PA a supporto delle imprese”.