(Teleborsa) – Nel 2017 la metà delle posizioni lavorative percepisce una retribuzione oraria pari o inferiore a 11,25 euro (valore mediano). Tale retribuzione oraria mediana fa registrare un aumento dell’1,7% rispetto al 2014, dello 0,4% rispetto al 2015 e dello 0,3% rispetto al 2016.
E’ la fotografia scattata dall’Istat nel report “Differenziali retributivi in Italia anno 2017”. L’Istituto di statistica sottolinea che, nel periodo, sono attivi nel settore privato extra-agricolo 18,8 milioni di rapporti di lavoro dipendente che coinvolgono 14,7 milioni di persone e 1,6 milioni di imprese. Il 6,3% del totale di questi rapporti si configura come “low pay job” in quanto registra una retribuzione oraria inferiore a 7,50 euro, ossia ai due terzi della retribuzione mediana. Notevole il differenziale retributivo – pari al 13,8% – tra i lavoratori nati in Italia e quelli nati all’estero.
Le tipologie di lavoro più diffuse, ovvero i contratti a tempo indeterminato (pari al 65,5% dei rapporti totali) e i contratti a tempo pieno (pari al 68,3% dei rapporti totali) presentano una retribuzione oraria più alta rispetto alle altre tipologie. In particolare, la retribuzione oraria mediana dei lavoratori con contratto full-time (11,98 euro) è del 19% superiore a quella dei part-time, mentre per i rapporti di lavoro a tempo indeterminato il differenziale retributivo è più alto del 17,4% rispetto a quelli a tempo determinato.
A livello di qualifica contrattuale nel 2017 gli impiegati e i dirigenti percepiscono una retribuzione oraria mediana pari a 14,04 euro ovvero il 65,4% in più rispetto agli apprendisti; per gli operai, che rappresentano il 62% circa delle posizioni lavorative totali, lo stesso differenziale è pari al 23,7%. Le posizioni lavorative con almeno 90 giornate retribuite nell’anno, definite ad alto input di lavoro, rappresentano il 75% circa del totale e registrano una retribuzione oraria mediana di 11,65 euro, con un differenziale retributivo del +13,5% rispetto a quelle a basso input.
Salario orario donne più basso del 7,4%
I rapporti di lavoro che riguardano gli uomini sono il 59% del totale e registrano una retribuzione oraria mediana di 11,61 euro, superiore del 7,4% rispetto a quella delle donne (10,81 euro).
Al Sud retribuzioni orarie più basse del 16,2% ma in crescita rispetto al 2014
Le retribuzioni orarie mediane più basse si osservano per i rapporti di lavoro di imprese localizzate nelle regioni del Sud (10,25 euro), il valore più elevato in quelle del Nord-ovest (11,91 euro) con un differenziale retributivo pari al 16,2%. Nel Nord-ovest sono attivi il 31,4% dei rapporti di lavoro totali, al Sud il 17,1% e nelle Isole il 6,7%.