in

Unicredit, Taricani: “Export digitale fondamentale driver di crescita per le Pmi”

(Teleborsa) – “L’export italiano oggi è molto concentrato nell’Unione europea, che da sola pesa il 68%, ma nei paesi più interessanti come la Cina il nostro livello di esportazioni oggi è circa la metà di quello francese e un terzo di quello tedesco” spiega Remo Taricani Co-CEO Commercial Banking Italy di . Per invertire questa tendenza la strategia di Unicredit parte dell’export digitale con una partnership con il Gruppo Alibaba e si declina poi – grazie agli accordi con attori come Geodis per la logistica e Var Group per la digitalizzazione – in diversi servizi che vanno dalla creazione di un vetrina dedicata alle aziende e ai propri prodotti, al supporto per la gestione delle pratiche di logistica, fino all’assistenza di un consulente dedicato.

Parliamo di export digitale. Dal vostro osservatorio privilegiato di banca paneuropea come giudicate il fenomeno e quali sono i trend del settore?

“È chiaro che per noi l’export è un driver di crescita importantissimo. Ci posizioniamo sul mercato come l’unica banca italiana veramente internazionale e su questo vogliamo costruire una strategia di crescita. L’export digitale è un elemento essenziale per poter perseguire questa crescita. Pensiamo, ad esempio, che oggi sui prodotti di largo consumo l’export digitale pesa solo il 7% dell’export totale ma sta crescendo del 12% anno su anno. Ed è per questo che, per noi, soprattutto per le imprese meno strutturate, rappresenta una proposizione importante per favorire la loro crescita. Teniamo, poi, conto che l’export italiano oggi è molto concentrato nell’Unione europea – che da sola pesa il 68% – ma nei paesi più interessanti come la Cina il nostro livello di export oggi è circa la metà di quello francese e un terzo di quello tedesco. Se l’export digitale è, dunque, importantissimo per favorire le esportazioni in questi paesi un pò più lontani che però presentano dei trend di crescita molto interessanti, per dare una spinta a questo settore abbiamo scelto il partner più importante che c’è a livello mondiale che è il Gruppo Alibaba“.

E più nel concreto quali sono le azioni messe in campo da Unicredit?

“Come dicevo prima siamo partiti dalla scelta di un partner molto importante come il Gruppo Alibaba. I dati ci dicono, infatti, che l’ecommerce cinese pesa il 38% dell’ecommerce B2C (Business to Consumer ndr) globale, numeri rilevantissimi, ma alibaba.com non vuol dire solo Cina perché copre ben 190 paesi. Inoltre presenta un nuovo concetto di export digitale perché non è digitale end-to-end: è il posto dove domanda e offerta si incontrano in maniera digitale ma poi le transazioni possono essere anche concluse in maniera tradizionale, quindi è un grandissimo driver di crescita. Con Alibaba abbiamo pensato di costruire in esclusiva un ecosistema diverso per tutte le nostre piccole e medie imprese contornando il semplice accesso alla piattaforma – che, chiaramente, è l’elemento basilare – con una serie di elementi e di servizi che creano appunto l’ecosistema giusto per le imprese, anche quelle meno strutturate, per iniziare a esportare. Mi riferisco, ad esempio, a un partner come Var Group che crea per le PMI la vetrina digitale dove possono esporre i loro prodotti o banalmente anche semplicemente tradurli in cinese; o a un partner globale, Geodis, che le assiste su tutta la fase della logistica e dell’assistenza legale necessaria nelle spedizioni soprattutto verso i nuovi paesi. Creando questo ecosistema – grazie a questo nuovo servizio offerto da Unicredit e Alibaba – abbiamo posto le premesse affinché tante nuove imprese potessero iniziare questa attività di export verso nuovi paesi”.

Quali sono i risultati raggiunti con la vostra iniziativa? Ne avete allo studio altre per ampliare la platea di imprese interessate?

“I risultati sono sicuramente molto interessanti. In poco più di un anno di attività sono circa mille le imprese che abbiamo portato su questa piattaforma e assieme a loro abbiamo verificato che, in un anno di attività, il loro fatturato estero è cresciuto del 24% quindi una crescita anno su anno ben superiore a quella del sistema Italia dello stesso periodo. Questo significa che la soluzione funziona ed è per questo che noi ci prendiamo l’impegno di portare a bordo sempre più piccole e medie imprese del sistema produttivo italiano. Il prossimo step è quello di andare a perfezionare questo ecosistema integrandolo con altri servizi che stiamo studiando, come l’assicurazione del credito, ad esempio. Stiamo, inoltre, lavorando con altri stakeholder attivi sul territorio italiano, ad esempio le principali associazioni di categoria, perché la vera sfida è fare sistema e far sì che questo ecosistema interessi e pervada il maggior numero di imprese possibili. Quindi nei prossimi mesi annunceremo iniziative di questo genere dandoci l’obiettivo di far crescere in maniera vistosa il numero di piccole e medie imprese che noi accompagniamo all’estero”.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

Borsa, azioni CHL sospese dalle negoziazioni

Manovra: corsa contro il tempo ma è scontro su risorse, slitta esame Senato