(Teleborsa) – Pensionati troppo giovani con età inferiore alla media dei Paesi avanzati. E’ questo che ha rilevato l’OCSE nel suo rapporto “Pensions at Glance” pubblicato stamattina, in cui sollecita il Belpaese ad “alzare l’età effettiva del ritiro dal lavoro”.
Secondo il rapporto, attualmente l’età media di pensionamento in Italia è pari a 62 anni, di due anni inferiore a quella media dell’OCSE e circa cinque anni sotto quella legale di vecchiaia (67 anni).
L’OCSE critica anche l’anticipo pensionistico introdotto da Quota 100, che unito al blocco del meccanismo legato all’aspettativa di vita sino al 2026 rischia di tramutarsi in un aumento della pressione fiscale nel breve e lungo periodo per “mantenere adeguate prestazioni di vecchiaia”.
La spesa pensionistica – rileva il rapporto – è piuttosto alta e pari al 16% del PIL, il secondo livello più alto nell’area OCSE. Il reddito medio delle persone con più di 65 anni è simile a quello dell’intera popolazione mentre nella media OCSE è più basso del 13%.
L’Organizzazione cita anche la proliferazione del part-time, che accresce il rischio di basse pensioni future, ed i modesti tassi di occupazione in Italia, soprattutto quella giovanile: lavora il 31% di giovani tra i 20 e i 24 anni contro il 59% medio OCSE e il 54% nella fascia tra i 55 e i 64 anni contro il 61% della media OCSE.
Un problema italiano è infine l’alta percentuale di lavoro autonomo pari nel nostro Paese ad oltre il 20% dei lavoratori attivi. Per l’Organizzazione occorre anche parificare le aliquote contributive per la pensione fra lavoro dipendente e autonomo, in quanto l’aliquota è del 24% per gli autonomi e del 33% per i dipendenti.