(Teleborsa) – “Ilva e Alitalia sono due dei tavoli più complessi ed emergenziali che ci troviamo a gestire al Mise” ma “siamo impegnati a trovare soluzioni”. Così il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, nel corso di un’informativa alla Camera sulle crisi industriali.
“La maggior parte dei tavoli sono attivi da parecchi anni. Ad oggi i tavoli aperti al Mise – ha affermato Patuanelli – sono 149, in linea purtroppo con gli ultimi 5 anni, il cui dato medio è di 151″. Nel dettaglio, ha spiegato il Ministro, “centodue sono attivi da più di 3 anni e il 28% è aperto da più di 7 anni perché sono situazioni che necessitano di tavoli permanenti che richiedono interventi di carattere strutturale”. Dati alla mano, per il Ministro è dunque errata la narrazione “per cui i tavoli di crisi sono esplosi”. Da qui il monito del Ministro contro “spettacolarizzazione delle crisi” ed “estemporanee affermazioni sganciate dal contesto, inopportune accuse, falsi allarmi”. Le soluzioni, per Patuanelli, vanno “individuate caso per caso” attuando una “politica responsabile”.
Per quanto riguarda i settori “oltre a quelle più note dei settori siderurgico e automotive, Patuanelli ha sottolineato che ci sono difficoltà anche per il tessile e la grande distribuzione“, mentre, a livello regionale “la maggior parte delle aziende interessate dai tavoli di crisi si trova in Lombardia, Abruzzo, Campania, Lazio e Toscana”.
Pur definendosi “particolarmente ottimista”, alla vigilia della scadenza dei termini per la presentazione dell’offerta vincolante per Alitalia, Patuanelli ha affermato che “domani alla scadenza dell’ultima proroga autorizzata ai commissari e concessa al costituendo consorzio con Fs capofila” attenderà “le considerazioni conclusive dei commissari e le determinazioni conseguenti”. Sulla possibilità di un’ulteriore mini proroga rispetto alla scadenza di domani per l’offerta vincolante su Alitalia il Ministro ha affermato che “il closing a marzo è una data fissa. Bisogna capire qual è la situazione, cosa oggi farà il cda di Ferrovie e che cosa ci comunicheranno domani”.
Sull’altro dossier caldo del momento, il caso Ilva, Patuanelli ha affermato che “per creare le condizioni per sedersi attorno a un tavolo” è necessario che ArcelorMittal “retroceda sul diritto di recesso”. Un diritto che per il Mise l’azienda non ha e che ha dato vita a “delle interlocuzioni e a un percorso giudiziario che riteniamo immotivato”. Al centro di ogni ragionamento secondo il Ministro dovrebbe esserci la volontà di “tutelare un settore produttivo fondamentale per il Paese, oltre che 11mila persone coinvolte direttamente nello stabilimento di Taranto e le decine di migliaia di persone dell’indotto”. “Ci sono altre proposte – ha aggiunto Patuanelli – che faremo domani in Consiglio dei ministri. C’è un miliardo circa del contratto istituzionale di sviluppo da far ricadere sul territorio in tempi rapidi anche con una legge speciale. Poi ci sarà un provvedimento unico che tenga in considerazione tutta l’area di Taranto, a prescindere dalla questione dello stabilimento in sé: vanno considerate anche tutte le attività di bonifica sulle aree escluse, quelle interne allo stabilimento ma escluse dall’attuale contratto di affitto”.
Parlando della vertenza Whirlpool, Patuanelli ha affermato: “non ho festeggiato quando abbiamo costretto l’azienda a retrocedere dalla procedura di cessione del ramo d’azienda, lo farò quando avremo risolto definitivamente il problema dello stabilimento di Napoli. C’era l’intenzione – ha ricordato il Ministro – di cedere il ramo produttivo con lo stabilimento di Napoli: l’azienda è retrocessa da questa iniziativa ma se posso dire che è stato sventato questo momento di criticità va aggiunto che dobbiamo lavorare nei prossimi 11 mesi per una soluzione definitiva”.
Infine Patuanelli ha annunciato che “entro fine anno verrà convocato il tavolo sull’edilizia al Mise, per capire quali strumenti vanno attivati per tutelare questo settore”.