(Teleborsa) – Capi di abbigliamento dotati di sistemi elettronici, ottici e sensoristici, in grado di connettere chi li indossa all’ambiente esterno e garantire una maggiore sicurezza negli ambienti di lavoro e sulle strade delle smart city del futuro.
È l’obiettivo del progetto WE LIGHT (WEarable LIGHTing for smart apparels), finanziato dalla Regione Emilia-Romagna, che vede tra i partner ENEA, Università di Modena e Reggio Emilia, CNR, INFN e il Laboratorio di Ricerca Industriale MIST E-R.
Leggeri, ergonomici e sicuri, molto adatti per ciclisti e runner, i vestiti saranno integrati con sistemi microelettronici e sensori IoT incapsulati all’interno di materiali in grado di dissipare l’energia termica.
I sensori consentiranno sia di attivare fibre ottiche e LED per aumentare la visibilità di chi indossa il capo d’abbigliamento al variare della luminosità, sia di acquisire i dati delle prestazioni atletiche e della qualità dell’aria.
Con un’app sul proprio dispositivo mobile sarà poi possibile consultare i dati raccolti raccolti in un “archivio” open source e avere suggerimenti sui percorsi “green” ed evitare le zone urbane dove la qualità dell’aria risulti peggiore.
“I capi accessoriati con questi toolkit saranno altamente funzionali e utili anche in altri settori della moda o negli ambienti di lavoro dove, ad esempio, consentiranno di segnalare l’accesso in zone pericolose tramite l’attivazione automatica di fibre ottiche o LED anche in relazione alle condizioni dell’ambiente esterno, come luminosità, umidità e temperatura”, sottolinea il ricercatore ENEA Sergio Petronilli del Laboratorio Cross Technologies per Distretti Urbani e Industriali (CROSS-TEC).