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ArcelorMittal, Emiliano: “UE finanzi decarbonizzazione”

(Teleborsa) – L‘Unione Europea si faccia carico dei finanziamenti per la decarbonizzazione dell’ex Ilva di Taranto. È la proposta del presidente della Regione Michele Emiliano che ha annunciato la realizzazione di un piano da presentare a Bruxelles “per richiedere un finanziamento della decarbonizzazione della fabbrica ex Iva e la sua innovazione tecnologica”.

Secondo Emiliano, “in questo modo gli aiuti di Stato, che non sarebbero possibili se non vi fosse un processo di abbattimento delle emissioni, saranno consentiti e ci permetteranno di superare la crisi. Questa sera – ha annunciato il governatore pugliese – comunicherò questi elementi al presidente del consiglio Giuseppe Conte”.

Emiliano ha poi ricordato che “ArcelorMittal deve comunque pagare 50 milioni di euro per prestazioni che ha già ricevuto dagli imprenditori dell’indotto e questa cosa la deve fare”.

“In caso contrario, la guardia di finanza serve ad impedire che qualcuno dopo aver ricevuto un prezzo se ne vada via senza fare fronte alle proprie obbligazioni“, ha dichiarato al termine delle riunione che si è svolta in presidenza a Bari, con la partecipazione del sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, dei rappresentanti sindacali Cgil, Cisl e Uil, Domenico De Bartolomeo presidente Confindustria Puglia, e una piccola rappresentanza di operai

Le dichiarazioni di Emiliano arrivano al termine di un’altra giornata convulsa per l’ex Ilva. ArcelorMittal ha infatti rimandato di 24 ore l’invio al Tribunale di Milano dell’atto per la rescissione dal contratto di affitto dell’ex Ilva, già notificato ai commissari straordinari martedì scorso alle 4 di mattina.

Secondo fonti sindacali, a Taranto è inoltre sospeso da diversi giorni lo scarico delle materie prime: la decisione dell’azienda sarebbe legata al proposito di fermare una delle due linee di agglomerazione. La stessa Ad Lucia Morselli aveva annunciato la progressiva e ordinata fermata degli impianti in seguito alla recessione del contratto.

Infine, mentre la politica cerca una soluzione, tra emendamenti per reintrodurre lo scudo penale e proposte di nazionalizzazione, Confindustria sottolinea come il caso abbia dimostrato “l’incapacità del Paese di dare alle imprese regole certe e chiare” nonché “di valutare gli effetti di determinate decisioni sull’economia reale”.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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