(Teleborsa) – ha registrato un utile del terzo trimestre ben al di sopra delle stime degli analisti, aiutato dalle maggiori vendite di farmaci antitumorali Ibrance e medicina per l’artrite Xeljanz.
Le azioni della società sono aumentate del 3,27% alla campana di apertura di Wall Street dimostrando che gli sforzi dell’Amministratore Delegato Albert Bourla per ridurre il tentacolare farmacista stiano avendo il loro feedback positivo nella realtà.
Pfizer ha inoltre modificato la previsione per l’intero 2019, aumentando l’utile rettificato per azione tra i 2,94 e i 3,00 dollari, da una stima precedente di una forbice tra i 2,76 e i 2,86 dollari. Gli analisti si aspettavano in media 2,82 per azione, secondo Refinitiv IBES.
Ad aiutare tale scelta contribuiscono le vendite dei medicinali. In particolar modo, le vendite di Ibrance sono aumentate del 25% a 1,28 miliardi di dollari nel trimestre, in anticipo rispetto al consenso medio di 1,20 miliardi, proposto dalle stime di Morgan Stanley.
Xeljanz, che è stato approvato per trattare diverse condizioni tra cui l’artrite reumatoide, ha invece portato a vendite per 599 milioni di dollari, battendo la stima del consenso di 537 milioni di dollari. La società ha anche affermato che un quarto delle vendite totali dei suoi medicinali brevettati provengono dalla domanda nei mercati emergenti.
Il reddito netto attribuibile agli azionisti di Pfizer è salito di quasi l’87% a 7,68 miliardi, ovvero 1,36 per azione, poiché la società ha registrato un guadagno di 8,1 miliardi di dollari dopo aver chiuso la sua joint venture per la salute dei consumatori con la britannica GlaxoSmithKline Plc (GSK.L).
Escludendo gli articoli speciali, Pfizer ha guadagnato 75 centesimi per azione, battendo facilmente la stima media di 62 centesimi.
Infine, i ricavi totali sono scesi di circa il 5% a 12,68 miliardi di dollari a causa delle vendite del trattamento del dolore Lyrica, che recentemente ha perso la protezione brevettuale negli Stati Uniti, che ne ha dimezzato le entrate a 527 milioni di dollari.