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Sisma Centro Italia, proroga versamento tasse: cosa cambia

Il Coordinamento dei comitati del terremoto centro Italia è riuscito nel suo intento. Da tempo impegnato per ottenere una proroga dei versamenti relativi alla cosiddetta “Busta paga pesante”, sono riusciti a ottenere il rinvio e, soprattutto, la rateizzazione dei contributi previdenziali e delle tasse dovute allo Stato.

Come accade in tutte le zone colpite da un sisma, infatti, lo Stato sospende i versamenti dei contributi previdenziali e di ogni tipo d’imposta sul lavoro. Questa misura, detta per l’appunto “Busta paga pesante”, consente ai lavoratori delle zone del “cratere” del terremoto di percepire lo stipendio lordo e non netto e avere così una maggior disponibilità di denaro. La misura ha solitamente una durata minima di 12 mesi ed è pensata per favorire la ripresa del tessuto economico locale.

Le somme “extra” percepite, però, devono essere restituite dai contribuenti. Si tratta, infatti, di una sospensione dei versamenti e non di una cancellazione del tributo. Di norma, questa restituzione avviene cadenzata nel tempo, seguendo una rateizzazione stabilita in precedenza. Cosa che, però, non era successa con i residenti delle aree colpite dal terremoto tra metà 2016 e inizio 2017, che avrebbero dovuto restituire le somme sospese in un’unica soluzione entro il 15 ottobre 2019.

Il coordinamento dei comitati, dunque, aveva dato vita a diverse forme di protesta, alcune delle quali durante le visite di vari esponenti del Governo nell’area del cratere del terremoto. Proteste che, come detto inizialmente, hanno dato i loro frutti. L’Articolo 8 del Decreto Legge n.111 del 2019 (il cosiddetto Decreto Clima), pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 14 ottobre e in vigore dal 15 ottobre, concede una proroga di tre mesi e stabilisce un calendario di rateizzazione dei contributi e dei tributi sospesi in seguito al cataclisma.

La norma inserita nel Decreto Clima, in particolare, modifica i commi 11 e 13, dell’articolo 48 del Dl n. 189/2016, che stabiliva le tempistiche di restituzione degli importi. Come detto, l’intervento legislativo ha permesso di posticipare di tre mesi il pagamento della prima tranche degli importi sospesi, indicando anche le diverse modalità di pagamento che i contribuenti possono scegliere.

Resta confermato il pagamento in un’unica soluzione senza sanzioni e senza interessi, oppure la possibilità di accedere a forme di rateizzazione fino a 10 anni (120 rate mensili di pari importo).


Fonte: https://quifinanza.it/tasse/feed/

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