Una partita complessa quella sulle coperture. Tanto che è servito un vertice notturno a Palazzo Chigi per trovare la quadra e mettere d’accordo i due partiti al Governo in vista del varo del documento programmatico di bilancio e del decreto fiscale, attesi nel Consiglio dei ministri dì oggi lunedì 14 ottobre, anche se non è da escludere uno slittamento alla mattinata di martedì. Entro il 20 ottobre – termine però non perentorio – dovrà essere inviata alle Camere la “vera” legge di bilancio.
La novità più consistente riguarda il taglio del cuneo fiscale: per la misura, il Governo metterà sul piatto più fondi. Sale, infatti, a 3 miliardi il tesoretto 2020. Che il primo anno si tradurrà in un alleggerimento del fisco sulle buste paga dei lavoratori, da luglio, e che dal 2021 interesserà anche le imprese, direzione nella quale spinge il Movimento 5 Stelle. Ma non è l’unica novità del confronto finale nella maggioranza: in manovra entra anche un fondo per la famiglia dove confluirebbero le risorse per i servizi alle famiglie, da quelle per lo stop alle rette degli asili nido ad altri bonus. In base alle risorse, poi, si capirà anche se si riuscirà a cancellare, per tutto il 2020 o da metà anno, i superticket nella sanità.
Non sono mancate tensioni, in particolare, su Quota 100, con il M5s che respinge qualsiasi ipotesi di modifica e Italia viva di Renzi in pressing per abolire già dal prossimo anno i nuovi pensionamenti anticipati e recuperare così oltre 8 miliardi. La ministra Nunzia Catalfo ha ribadito che “Quota 100 non si tocca”, una rimodulazione delle finestre d’uscita rimane però tra le ipotesi di copertura, oggetto di confronto finale.
Attesa per il parere dell’Ue – Calendario fitto per il Governo giallorosso. Entro il 30 novembre, infatti, la Commissione Ue dovrà esprimere un primo parere sulla legge di bilancio di tutti gli Stati membri, compresa quella italiana, per verificare l’aderenza agli impegni presi sul fronte dei vincoli di finanza pubblica. “Crediamo che la filosofia della manovra sia stata ben compresa, abbiamo fiducia nel dialogo con la Commissione europea”, aveva detto qualche ora fa il ministro dell’Economia Gualtieri, moderatamente ottimista sul giudizio finale.